La maggior parte degli insegnanti Montessori ha un’età prediletta con la quale preferisce lavorare. Per me è l’età dei miei piccoli amici ai primi passi. Spesso le persone non comprendono questa preferenza: con i più piccoli si fa sovente fatica, sono emotivi e non sempre ascoltano.
Voglio dipingere un quadro nuovo dei bambini ai primi passi.
I più piccoli vivono nel presente. Camminare per strada con un bambino piccolo può rivelarsi una delizia. Mentre nella nostra testa stiliamo liste di commissioni da sbrigare e immaginiamo cosa dobbiamo preparare per cena, loro restano presenti e notano le erbe che crescono da una crepa nell’asfalto.
Se trascorriamo del tempo con loro, ci mostrano come essere presenti. Sono concentrati sul qui e ora.
Imparano senza sforzo. Montessori aveva osservato che i bambini sotto i 6 anni imparavano tutto senza sforzo, proprio come una spugna assorbe l’acqua. Si riferiva a questo con l’espressione mente assorbente.
Con un bambino di 1 anno non dobbiamo metterci seduti e insegnargli la grammatica o la struttura delle frasi. A 3 anni hanno già un vocabolario straordinario e imparano a costruire frasi semplici (e, alcuni, anche paragrafi complessi). Paragonate questo all’apprendimento di una lingua da adulti, che richiede moltissimo sforzo e lavoro.
Hanno capacità straordinarie. Spesso, finché non abbiamo figli nostri, non ci rendiamo conto di quali capacità straordinarie abbiano i bambini così piccoli. Verso i 18 mesi iniziano magari a capire che stiamo andando a casa della nonna ben prima di esservi giunti perché hanno riconosciuto alcune cose lungo la strada. Quando vedono un elefante in un libro corrono a cercare un elefante giocattolo nel cesto.
Se sistemiamo le nostre case per renderle più accessibili ai piccoli, loro si assumono dei compiti con entusiasmo, competenza e piacere. Asciugano quello che si rovescia, vanno a prendere un pannolino per il fratellino appena nato, svuotano il loro cestino dell’immondizia nel secchio della spazzatura, ci aiutano a preparare il cibo e adorano vestirsi da soli.
Un giorno un tecnico venne ad aggiustare qualcosa a casa nostra; non dimenticherò mai la sua faccia quando mia figlia (che non aveva ancora 2 anni) gli passò accanto andando in camera da letto, si cambiò i vestiti, mise alcuni indumenti bagnati nel cesto della biancheria e uscì fuori a giocare. Era chiaramente sorpreso nel vedere quanto fosse in grado di fare da sé.
Sono innocenti. Non credo che ci sia anche un solo bambino che abbia un briciolo di cattiveria. Se vedono qualcuno che gioca con un giocattolo, magari pensano: vorrei giocarci subito anch’io! E lo strappano di mano all’altro. Talvolta fanno gesti per suscitare una reazione (Facciamo un po’ cadere questa tazza e vediamo la reazione di mamma!) o si sentono molto frustrati se qualcosa non va per il verso giusto.
Ma non sono mai cattivi, malvagi o vendicativi, sono solo impulsivi e seguono l’urgenza del momento.
Non portano rancore. Immaginate un bambino piccolo che voglia restare al parco quando è ora di andare via. Farà una scenata e la sua crisi magari durerà una buona mezz’ora! Ma una volta che si sarà calmato (talvolta con un piccolo aiuto), tornerà ad essere il bambino allegro e curioso di prima (a differenza degli adulti, che se si svegliano con la luna storta rischiano di restare scorbutici per tutta la giornata).
Hanno anche una straordinaria capacità di perdono. Ci capita di fare la cosa sbagliata (perdiamo le staffe, dimentichiamo le promesse o ci sentiamo un po’ giù di corda) e chiedendo scusa al bambino piccolo gli offriamo un esempio di come chiedere perdono agli altri; la cosa più probabile è che ci dia un grande abbraccio o ci sorprenda con una parola gentile. Quando esiste una relazione solida con i nostri figli, loro hanno cura di noi proprio come noi abbiamo cura di loro.
Sono autentici. Adoro trascorrere del tempo con i piccoli perché sono diretti e onesti.
La loro autenticità è contagiosa. Dicono sempre ciò che pensano e sono come un libro aperto.
Chiunque abbia passato del tempo con un bambino piccolo sa che sono capaci di indicare un signore sull’autobus e dire ad alta voce: “Quel signore è senza capelli!”.
Vorremmo sprofondare sul sedile mentre loro non mostrano alcun segno di imbarazzo.
La stessa capacità di essere diretti è quella che rende molto facile stare in loro compagnia; niente giochi psicologici, niente secondi fini, nessuna strategia di potere.
Sanno come essere se stessi, non dubitano di sé. Non giudicano gli altri, faremmo bene a imparare da loro.
Nota: quando mi riferisco a bambini piccoli, ai primi passi, intendo bambini che vanno da circa 1 anno fino a circa 3.