attività montessori per i piccoli Tipi di attività 04 / Arte e lavoretti Maria Montessori venne chiesto se l’ambiente Montessori producesse dei bravi artisti; A lei rispose: “Non so se produca bravi artisti, ma senz’altro produce bambini con occhi che vedono, animo che sente e mani che obbediscono”. Per i più piccoli l’arte e i lavoretti manuali hanno a che fare con l’espressione di sé, con il movimento e l’esperienza di materiali diversi. Il processo ha la precedenza sul risultato. Ecco alcune attività artistiche e manuali. Con i più piccoli si inizia dal disegno. Cercate pastelli o matite colorate che scorrano facilmente sul foglio. Le matite panciute di solito sono più facili da tenere in mano per i bambini piccoli, e colorano di più rispetto a quelle di diametro normale. Disegnare con i pastelli di materiali naturali, come la cera o la soia, è un’esperienza bellissima. Si può poi aggiungere l’acquerello. Mi piace iniziare prima con uno o due colori: se ne aggiungiamo altri, tutto tende a trasformarsi in marrone. Il vassoio potrebbe contenere un vasetto molto piccolo per l’acqua (i vasetti delle marmellate degli alberghi sono perfetti), un pennello da acquerello e un piatto con le pastiglie di colore. Possiamo mettere un foglio su un fondo protettivo (per proteggere il tavolo) o più fogli se il bambino ama ripetere, e avere a disposizione uno straccio per asciugare. Verso i 18 mesi si possono iniziare a usare le forbici (con supervisione dell’adulto). Per tagliare usate forbici vere con punte arrotondate che taglino bene, e fate vedere al bambino come si usano in modo appropriato; possiamo fargli vedere che ci mettiamo seduti al tavolo per usarle e che impugniamo i manici, non le lame. Dategli piccole strisce di carta, più facili da tagliare. I pezzi possono essere raccolti in una piccola busta e chiusi con un adesivo. Verso i 18 mesi un’attività con la colla sarà divertentissima e li aiuterà a perfezionare i movimenti utilizzando un pennellino con un vasetto di colla (oppure un tubetto) per mettere la colla sul retro della forma e poi appiccicarla sul foglio. Dipingere o disegnare col gesso sono anch’esse attività divertenti per il bambino piccolo. Magari metteremo in vista la pittura solo quando abbiamo tempo di supervisionare. Anche qui è bene tenere a portata di mano stracci umidi per pulire le mani, il pavimento o la lavagna. L’argilla, la pasta da modellare e la sabbia cinetica sono strumenti creativi deliziosi per i più piccoli. Possiamo aggiungere qualche semplice strumento come un matterello, formine per biscotti, un coltello senza lama e altri arnesi per dare forma e manipolare il materiale in molti modi. Adoro fare la pasta da modellare insieme a loro (si veda pag. 234 per la mia ricetta preferita della pasta da modellare fatta in casa). Verso i 2 anni e mezzo possiamo proporre semplici attività di cucito. La scatola del cucito può contenere un astuccio per gli aghi con un grosso ago da rammendo senza punta, alcuni fili e un cartoncino di 10 cm x 10 cm con dei fori ricavati lungo la diagonale. Brevi visite ai musei aiutano a coltivare un gusto per l’arte. Al museo si possono guardare i colori, la consistenza e gli animali. Possiamo fare semplici giochi, come scegliere una cartolina dal negozio del museo e poi andare a cercare il quadro nella galleria. Suggerimenti Anziché mostrare al bambino cosa fare con i Cercate di non essere prescrittivi. materiali artistici, gli facciamo vedere come si usano e lasciamo a lui la sperimentazione. Per questa ragione, gli insegnanti Montessori preferiscono non utilizzare libri da colorare in cui il bambino è costretto a restare dentro i contorni. Per lo stesso motivo, non limitiamo il bambino neppure nella scelta dei colori: solo verde per il prato e azzurro per il cielo; le sue scelte possono essere creative. Anziché dire al bambino che il suo lavoro è “bello”, preferiamo Offrire un riscontro. lasciar decidere al bambino se apprezza o meno il suo stesso lavoro. Piuttosto possiamo offrire riscontro e incoraggiamento. Descriviamo ciò che vediamo, per esempio: “Vedo che qui sopra hai fatto una linea gialla!”, che ha più senso rispetto a “Bel lavoro!”. Il bambino sa davvero quello che noi apprezziamo quando guardiamo il suo lavoro. Inoltre, poiché il bambino piccolo produce perlopiù ancora solo movimenti di autoespressione, potremmo chiedere: “Ti va di parlarmi della tua pittura?”, anziché “Che cos’è?”. Potrebbe infatti non essere il disegno di qualcosa in particolare, ma un’espressione dei movimenti nel suo corpo. Raccomando sempre la qualità più che la quantità, il Usare materiali di buona qualità. che è assai importante quando si tratta di materiali per l’arte. Meglio poche matite di ottima qualità che non tante economiche che si spezzano con facilità e non hanno colori vividi. Quando si fa vedere in che modo usare i materiali, è spesso Mostrate con l’esempio. meglio tracciare scarabocchi o linee slegate anziché fare un disegno. Se mostriamo un fiore perfetto e loro sanno solo scarabocchiare, alcuni non ci proveranno neppure. E per quanto sia divertente e molto raccomandato creare insieme, fianco a fianco, è meglio avere il nostro foglio di carta anziché disegnare su quello del bambino. Non conosciamo la sua intenzione in merito al lavoro che sta facendo. Immaginiamo che sia il disegno di un nostro compagno di classe durante una lezione di pittura, disegneremmo un piccolo cuore sul suo autoritratto? Il miglior esempio di tutti è appendere bei quadri di artisti alle pareti di casa e ad altezza di bambino, per la gioia di tutta la famiglia. 05 / Linguaggio Esiste un ‘periodo sensitivo’ per dare un nome alle cose… e se gli adulti rispondono alla fame di parole in modo appropriato, possono offrire al bambino una ricchezza e precisione di linguaggio che durerà per tutta la vita. Dr. Silvana Montanaro, Comprendere il bambino Abbiamo la straordinaria opportunità di esporre il nostro bambino a un linguaggio bello e ricco che egli assorbirà con facilità. Così come è in grado di imparare il nome di diversi frutti (banane, mele, uva e così via), è anche capace di apprendere i nomi di diversi tipi di veicoli, dalla pala escavatrice all’autogru, o di diversi uccelli, dal fenicottero al tucano. Divertitevi! È probabile che si finisca per scoprire i limiti del nostro stesso vocabolario quando non si conosce il nome di un particolare uccello, albero o autocarro. Possiamo dunque cercarli e scoprirli insieme al bambino. Cestini delle nomenclature (anche noti come “materiali delle nomenclature”) Per aiutare i piccoli ad accrescere il desiderio di imparare le parole, possiamo organizzare cestini a tema da esplorare. I cestini avranno oggetti classificati per temi: strumenti di cucina, animali australiani, arnesi o strumenti musicali; il che rende semplice al bambino imparare nuove parole in un gruppo di oggetti familiari. Il primo tipo di cestino di parole contiene oggetti veri che il bambino può toccare, sentire ed esplorare mentre noi indichiamo i nomi, come tre o cinque frutti o verdure. Il livello successivo sono gli . Non possiamo certo avere dei veri elefanti dentro casa o in classe, e per questo usiamo delle repliche per presentare un numero maggiore di oggetti. Anche in questo caso il bambino può tenere l’oggetto in mano mentre noi lo nominiamo, un approccio al linguaggio molto tattile e pratico. oggetti replica Il bambino è dunque pronto a capire che un oggetto in 3D è lo stesso di uno in una raffigurazione in 2D. Possiamo creare , raffiguranti gli oggetti, così che il bambino possa abbinare l’oggetto a una figura che sia esattamente la stessa. È carino fare foto degli oggetti e stamparle in modo che l’immagine sia della stessa misura dell’oggetto: i bambini adorano mettere sopra l’oggetto da abbinare per “nascondere” la raffigurazione sottostante. carte identiche da abbinare Una volta che il bambino abbia abbinato immagini che siano identiche agli oggetti, inizierà ad . Possiamo creare una carta con la raffigurazione di un abbinare carte simili camion dell’immondizia che sia simile ma non proprio lo stesso. Allora il piccolo dovrà davvero astrarre l’essenza del camion dell’immondizia anziché solo abbinare dimensione, colore o forma. Questo passaggio può spesso essere fatto abbinando immagini dei libri con oggetti di casa. Il bambino potrebbe prendere un cacatua giocattolo e correre allo scaffale per farci vedere un’immagine di un cacatua nel suo libro preferito. L’ultimo passo sono le carte tematiche o delle nomenclature. Possiamo proporre carte con le immagini di oggetti a tema (veicoli, arnesi da giardino) per aiutare il bambino a imparare i nomi. Libri Possiamo scegliere dei bei libri da condividere con i nostri figli, e leggere spesso ad alta voce. I bambini sotto i 6 anni fondano la loro comprensione del mondo su ciò che vedono attorno a sé. Pertanto, adorano i libri che riflettono le cose note della vita quotidiana. Libri che raccontano di andare a fare la spesa, di far visita ai nonni, di vestirsi, della vita di città, delle stagioni, dei colori. Uno dei preferiti della nostra classe è di Jan Ormerod, un libro senza parole che racconta la storia di una bambina Sunshine che si sveglia e si prepara per uscire. Non sorprendetevi se i bambini leggono un libro su una strega e credono che le streghe siano reali e spaventose. La filosofia Montessori è di aspettare finché non abbiano più di 6 anni per introdurre il fantastico (soprattutto quello che fa paura), ossia aspettare che sappiano distinguere fra realtà e fantasia. Cosa cercare in un libro: È ciò che il bambino vede nella vita di tutti i giorni e a cui può immediatamente relazionarsi con facilità (anziché orsi che guidano automobili, cercate immagini di persone dietro al volante). Figure realistiche. I bambini assorbiranno la bellezza del lavoro artistico, perciò cercate libri con magnifiche illustrazioni. Belle immagini. Per i più piccoli meglio singole parole o semplici frasi su ciascuna pagina. Le frasi diventeranno più lunghe per i più grandicelli. Ai più grandi piacciono anche le rime, e non scordate i libri di poesie! Numero di parole. Iniziate con libri tutti cartonati, poi passate alle pagine di carta, man mano che il bambino impara a maneggiare il libro. Sono divertenti anche i libri con le finestrelle, che insegnano al bambino come stare attento mentre le solleva. Diversi tipi di pagine. Ai bambini viene trasmesso l’amore per la lettura da noi adulti, perciò scegliamo libri che ci piacerà leggere molte volte, sapendo che un bambino piccolo griderà spesso: “Ancora! Ancora!”. Libri che ci piacciono. Trovate libri che rispecchino famiglie, etnie, nazionalità e credenze diverse rispetto alle nostre. Libri che rispecchiano la diversità. Mostriamo come si maneggia un libro, proprio come se volessimo far vedere come si trasporta un bicchiere. Giriamo le pagine con lentezza e attenzione, poi riponiamo il libro con cura sullo scaffale quando abbiamo terminato la lettura. Di tanto in tanto potremmo voler aggiungere alla nostra collezione un libro che non si fondi sulla realtà, allora, con voce divertita, basta sottolineare: “Ma veramente gli orsi vanno in biblioteca? Nooooo! È interessante, questa è una finzione, diamo un’occhiata, vediamo cosa succede!”. Conversazioni con il nostro bambino Descrizione del mondo attorno a noi Gli adulti sono la fonte primaria di apprendimento del linguaggio, perciò possiamo approfittare di ogni momento della giornata per descrivere ciò che stiamo facendo. Dall’uscire al vestirsi al mattino, fino al cucinare la cena. Utilizziamo un linguaggio ricco, chiamando le cose in modo appropriato, nominando cani, verdure, cibi, veicoli, alberi e uccelli. Espressione di sé Persino un bambino molto piccolo può avere una conversazione. La conversazione aiuta i bambini a capire che ciò che dicono è importante e incoraggia lo sviluppo del linguaggio. Possiamo interrompere ciò che stiamo facendo, guardarlo negli occhi, dargli tutto il tempo di cui ha bisogno e, per quanto possa sembrare impossibile, cercare di non finire le sue frasi. Se vostro figlio dice:”pa-pa” per palla, possiamo far vedere che abbiamo ascoltato inserendo la parola vera in una frase. Per esempio: “Sì, hai lanciato la palla in giardino!” Possiamo porre semplici domande per aiutarlo ad allungare la storia, oppure, se ancora non parla e non sappiamo con sicurezza cosa vuole dirci, potremmo chiedergli di farcelo vedere. Momenti di silenzio Non dimenticate di includere momenti di silenzio nell’arco della giornata. È difficile estraniarsi mentalmente dal rumore di fondo, e non è l’ideale per l’acquisizione del linguaggio. Inoltre, noi adulti amiamo dare ai bambini un riscontro su tutto ciò che fanno, tuttavia va anche bene restare qualche volta in silenzio e permettere al bambino di valutare da solo ciò che ha fatto. I bambini capiscono ben più delle semplici istruzioni e dell’imitazione adulta del linguaggio infantile. Vogliono essere inclusi nelle comunicazioni della nostra vita quotidiana. COME LAVORARE CON I MATERIALI LESSICALI LEZIONE IN TRE FASI FASE UNO - nominare gli oggetti Lo scopo principale dei cestini delle nomenclature è quello che il bambino impari il nome di qualcosa. Nominiamo ciascun oggetto mentre lo guardiamo, lo voltiamo, lo tastiamo e lo esploriamo. Diciamo solo il nome dell’oggetto, per esempio giraffa, anziché una piena descrizione della giraffa con il collo lungo e così via. FASE DUE - giocare Possiamo fare dei giochi per vedere quali oggetti riesce a identificare: “sai trovarmi la frusta da cucina?”, lui ci mostrerà la frusta e noi diremo: “hai trovato la frusta!”, e poi rimescoleremo tutto. Quando si lavora con le carte, i giochi possono essere svariati. Tirate giù le carte una alla volta e fate trovare al bambino l’oggetto che si abbina. Chiedete al bambino di trovare un oggetto, e una per una mostrategli le carte finché non individua quella da abbinare. Mettete le carte a ventaglio in modo che le figure restino coperte e chiedete al bambino di sceglierne una, poi cercherà l’oggetto da abbinare. Se viene scelto l’oggetto sbagliato che non si abbina alla carta, fatevi un’annotazione mentale di quali nomi di oggetti vengano confusi dal bambino. Non lo correggiamo dicendo “no”, piuttosto qualcosa come: “Ah, volevi mettere il violino sul violoncello!”. La volta dopo si potrà tornare alla fase uno e ripresentare il gioco. FASE TRE - il test Se il bambino ha più di 3 anni e sappiamo che padroneggia il nome di un oggetto, possiamo chiedere: “Cos’è questo?”. Il bambino è entusiasta di conoscere la risposta ed è felice di sé mentre nomina l’oggetto. Se ha meno di 3 anni non arriviamo alla fase tre perché spesso ancora non parla o potrebbe commettere errori, il che minerebbe la sua sicurezza. Aspettiamo che sappia con assoluta certezza i nomi degli oggetti prima di affrontare questa fase.