capitolo 5

Il silenzio

Il silenzio è il grande assente della nostra società, dominata dalla parola, una parola che lascia poco spazio al vissuto interiore e all’ascolto dell’altro. Eppure, il silenzio inteso non solo come sospensione della parola, ma anche come ascolto, è condizione necessaria affinché possiamo dialogare, ovvero vivere una relazione verbale autentica con altri interlocutori.

Nella società occidentale questa dimensione è stata poco considerata da parte della stessa pedagogia, la quale ha centrato il suo interesse piuttosto sull’articolazione della parola, scritta e parlata, senza rivolgere particolare attenzione, salvo rare eccezioni, al silenzio e alla sua valenza educativa. Né adulti né bambini sono più avvezzi al silenzio come occasione di conoscenza di sé e di comprensione del mondo. Per opposto, la parola viene percepita come massima e più elevata espressione della propria identità personale e della propria razionalità e quindi come prima e privilegiata modalità di porsi in relazione con il mondo e con gli altri. Eppure, senza il silenzio, la parola autentica non potrebbe esistere e senza il silenzio, inteso come momento di ascolto di sé e degli altri, non può avere luogo una reale comunicazione.

Oltre a questa valenza spirituale del silenzio, di cui si parlerà a breve, si può tuttavia sostenere che esso possiede anche un suo valore empirico, indagato e comprovato da alcuni studi scientifici.