In che modo queste considerazioni possono riflettersi sulla condotta di adulti che intendano favorire la crescita del bambino e in particolare la sua abilità linguistica e comunicativa?
Poiché il bambino possiede per eredità genetica la competenza linguistica che tuttavia sviluppa anche per mezzo della sua libera e personale azione nell’ambiente, l’educatore avrà il compito di favorire tale agire del bambino mediante una relazione di ascolto e rispetto e attraverso la preparazione di un ambiente interessante e non ostacolante.
L’azione educativa può quindi essere intesa come un processo che partecipa della vita del bambino e la supporta in modo adeguato, ovvero a partire dall’osservazione e dalla comprensione del bambino stesso1.
L’agire educativo è in tal senso oggetto di responsabilità sociale: esso è un’azione collaborativa con il bambino a cui tutti sono chiamati a partecipare2.
Come modulare questo aiuto al bambino in relazione al suo sviluppo linguistico? Sulla base di quanto scritto precedentemente, possono essere proposte alcune brevi riflessioni.