CAPITOLO 29

Q come QUALITÀ

Non è forse caratteristica dell’amore la sensibilità che ci fa notare in un essere cose non viste dagli altri e registrare particolarità che gli altri non sanno apprezzare e scoprire, qualità speciali che sembrano occulte e che solo l’amore può rivelare?1

Mi è sempre piaciuta molto questa frase di Maria Montessori, perché la sento perfettamente vera e risonante con la mia personale esperienza.


È proprio così: quando amiamo qualcuno è come se lo guardassimo con lenti speciali, a infrarossi, che ci fanno vedere di lui aspetti invisibili ai più, lati nascosti, qualità sommerse che forse nemmeno la persona in questione sa di possedere.


Perché quando si guarda un individuo con amore, sia egli grande o piccino, si fa riaffiorare la sua divinità (come direbbero i mistici), ovvero la sua interiorità più profonda, la parte di sé più bella e speciale.


Scriveva ancora Maria che la fede precede la vista: bisogna prima credere per vedere, cioè, in questo caso, credere nel bambino, aver fiducia in lui, per poterlo veramente riconoscere per quello che è, con tutti i suoi mille tesori nascosti e le sue infinite potenzialità.


Maria Montessori ha saputo vedere nel bambino ciò che ad altri era precluso perché lei ha guardato la sua anima con amore e con fede. E ha scoperto in questa piccola creatura qualità insospettate: dopo averlo osservato a lungo, si è resa conto che:

Egli mostrava qualità interiori straordinarie, che ricordavano i fenomeni di coscienza più alti, come quelli della conversione. Sembrava come se, in una soluzione satura, si fosse formato un punto di cristallizzazione, intorno al quale poi tutta la massa caotica e fluttuante andava a riunirsi in un cristallo di forma meravigliosa. ... Ciò faceva pensare alla vita dell’uomo che può restare dispersa tra cosa e cosa, in uno stato inferiore di caos, finché una cosa speciale l’attrae, la fissa e allora l’uomo ha la rivelazione di se stesso, sente di cominciare a vivere.2

È così che lei descrive il fenomeno della polarizzazione dell’attenzione: una vera e propria con-versione dell’anima, nel senso etimologico di dirigersi in direzione contraria a quella abituale, e quindi trasformare la visuale e l’essere stesso.


L’interesse, ovvero l’attrazione verso qualcosa, crea una focalizzazione verso quella cosa che è come un punto di cristallizzazione. Mi fa pensare agli esperimenti di Masaru Emoto: l’esposizione dell’acqua a una parola, un suono, un’immagine bella e positiva a 0° crea cristalli di ghiaccio di forma meravigliosa…


Astrologicamente parlando, la cristallizzazione è fenomeno che appartiene al pianeta Saturno: il grande vecchio, maestro delle prove più dure, taglia con la sua falce tutto ciò che non serve più per lasciarci l’essenza, così che la nostra anima nuda possa danzare al sole… A colpi di bacchetta, ci trasforma in cristalli, pronti a riflettere in noi la luce dell’universo stesso, ci restituisce il nostro volto originale affinché possiamo farne dono anche agli altri.