CAPITOLO 31

R come RIPETIZIONE

Il bambino che ha fissato l’attenzione sull’oggetto scelto e che sta concentrandosi tutto nella ripetizione di un esercizio è un’anima salvata nel senso della salute spirituale di cui parliamo.1

Che sagge parole! In una frase di poco più di due righe Maria Montessori ha concentrato alcuni concetti fondamentali, senza i quali non è possibile comprendere il bambino. C’è la scelta libera dell’oggetto, c’è la focalizzazione dell’attenzione su di esso, c’è la ripetizione dell’esercizio e la “salute spirituale” che nasce da tutti questi elementi messi insieme. Semplice come tutto ciò che è vero. Ma non sempre facile da applicare, perché quante volte noi lasciamo al bambino la libertà di scegliere il gioco o il materiale, l’attività a cui dedicarsi? Quante volte rispettiamo il suo bisogno di ripetere l’esercizio decine di volte, fino a quando la funzione è stata appresa e fissata nella psiche? Quante volte lo interrompiamo proprio mentre la sua attenzione è concentrata sull’oggetto o sull’azione? Poi da grande gli proporremo corsi di “focusing” per recuperare ciò che è andato perduto per strada, ciò che avremmo dovuto proteggere e coltivare al momento opportuno, quello stabilito dalla natura per lui.


Racconta Maria Montessori di una bambina di tre anni che lavorava con gli incastri solidi e che ripetè l’esercizio per ben 42 volte di seguito, senza mai perdere la concentrazione, nonostante i ripetuti tentativi di Maria di distrarla e disturbarla appositamente per saggiare la sua perseveranza. La piccola continuò la sua attività senza interruzioni fino a che ne sentì l’esigenza e, una volta assolta la funzione e colmato il suo bisogno psichico, “si fermò come uscendo da un sogno e sorrise come una persona felice: i suoi occhi lucenti brillavano guardando tutto intorno”2.


Ecco, questa è la salute spirituale di cui parla Maria Montessori: gli occhi che luccicano di gioia e soddisfazione sono l’espressione di uno stato di pace e di armonia interiore che ben pochi di noi possono dire di sperimentare nella vita quotidiana, se non attraverso lo sforzo di una pratica meditativa.


In questo senso lei afferma che il bambino concentrato sulla ripetizione di un esercizio è “un’anima salvata”: se ne fossimo consapevoli forse eviteremmo di giudicare sciocche certe attività dei bambini ripetute per decine di volte di seguito (come aprire e chiudere i cassetti o salire e scendere da una seggiola) e potremmo scorgervi invece la grande capacità di tenacia e perseveranza che i bambini dimostrano di possedere. Loro non mollano mai…


Potremmo cogliere in questi piccoli gesti, apparentemente assurdi, un significato ben più profondo, riuscendo a percepirvi il bisbiglio dell’anima, la voce di quel Maestro interiore che abita dentro ciascuno di noi e che sussurra lieve… per indicarci la strada da seguire.