CAPITOLO 39

V come VITA PRATICA

Le occupazioni di vita pratica accessibili ai piccoli bambini sono varie, e possono riferirsi così alle cure della persona come a quelle dell’ambiente.1

La vita pratica è la base spirituale della Casa dei bambini.2

Due piccole mani si tuffano in una ciotola piena di farina per impastare i biscotti, in un altro angolo della stanza una manina stringe con forza e delicatezza insieme una spugna insaponata e la strofina su un tavolino per lavarlo. Un po’ più in là due braccine sono protese per reggere l’annaffiatoio con cui dar da bere a una pianta.


Queste sono scene comuni in tutte le Case dei Bambini: si chiamano “attività di vita pratica” e riguardano tutte le azioni di cura dell’ambiente domestico, quelle che sono solitamente appannaggio delle mamme e che tanto piacciono invece ai bambini che desiderano sopra ogni altra cosa imitarle, “fare come loro” ma che non sempre trovano risposta a questa loro esigenza.


Le attività di vita pratica costituiscono una parte importante nella vita quotidiana delle scuole Montessori, in modo particolare nella fase iniziale di ambientamento, in cui avviene il delicato processo della “normalizzazione”, che consiste nel riportare il bambino a uno stato di naturalezza originaria, dopo aver smantellato difese e deviazioni. Ma le attività di vita pratica (soprattutto quelle con l’acqua, che tanto rilassano i bambini) restano sempre presenti nella routine scolastica di tutti i giorni: apparecchiare, sparecchiare, lavare piatti e bicchieri o piccoli panni, spolverare, spazzare sono tutti gesti quotidiani.


Lo scopo delle attività di vita pratica non è solo sviluppare il controllo della coordinazione e dei movimenti, favorire la concentrazione e l’indipendenza, ma anche coltivare l’amore per l’ambiente che circonda il bambino e di cui lui fa parte insieme alle altre persone, così come agli animali e alle piante. Prendersi cura dell’ambiente in cui si vive, mantenerlo e abbellirlo significa prendersi cura della vita stessa.


Ecco perché Renilde Montessori afferma che la vita pratica è la base spirituale della Casa dei Bambini ed è fondamentale soprattutto per i bambini occidentali che non sono abituati e coinvolti in questo genere di attività, come accade invece a quelli delle società rurali e tradizionali di altri paesi del mondo, che sono chiamati fin da piccolissimi a svolgere impegnative mansioni domestiche.


È importante ricordare che le attività di vita pratica devono avere sempre uno scopo preciso e il materiale per poterle svolgere dev’essere collocato al posto giusto (per esempio le attività con l’acqua vicino a un rubinetto) e non deve mai essere superfluo, cioè inutile. Gli oggetti e gli strumenti da utilizzare devono essere “veri”, non finti, funzionali ma anche belli, non di plastica ma di vetro o ceramica: i bambini impareranno a usarli con accortezza e svilupperanno così grazia nei movimenti, attenzione e presenza.


Le attività di cucina saranno un modo molto piacevole e gratificante per acquisire anche concetti di matematica (pesi e misure), di chimica (il processo della lievitazione), di geometria (le forme dei biscotti o il frazionamento delle fette di torte), solo per citarne alcuni. Ma anche di educazione cosmica: chi ha fatto la farina che ci serve per impastare il pane? Da dove viene il latte che beviamo a colazione? E allora ecco che nasce la consapevolezza dell’interdipendenza di tutti gli esseri umani: nessuno di noi è un’isola ma siamo tutti collegati gli uni con gli altri, tutti utili, tutti necessari e chiamati a cooperare se vogliamo vivere su questo pianeta terra in pace e armonia. Cosa c’è di più bello che impararlo cucinando?