CAPITOLO 11

E come EDUCAZIONE COSMICA

Quando cominciamo a comprendere il lavoro di questo universo, ogni cosa assume un significato. Cominciamo a guardare nel come e nel perché delle cose. Ogni essere ha un certo compito da svolgere, un ruolo a cui obbedire. Ogni essere ha una ragione di esserci, un compito da realizzare nella sua vita.1


È quando ogni essere vivente è al massimo del suo piacere, della sua soddisfazione, quando tutte le sue ambizioni nella vita sono state raggiunte, che lui sta realizzando il suo compito cosmico.2

La parte a mio avviso più affascinante della visione di Maria Montessori è l’educazione cosmica, elaborata durante il suo soggiorno forzato in terra indiana.

Ancora una volta dall’ostacolo e dalla difficoltà ecco che nasce il dono…


Fu proprio lì, infatti, in quei luoghi impregnati di spiritualità, che si accese per lei una luce e nacque un’intuizione che la portò a elaborare i principi dell’educazione cosmica: una prospettiva ad ampio stretto, che abbraccia e riassume in sé i concetti di educazione ecologica, di educazione alla pace e all’interculturalità, trascendendoli in una visione veramente olistica, cioè completa, che comprende anche la dimensione spirituale, solitamente trascurata dalla comune pedagogia.


È come se Maria fosse riuscita a dare una sbirciatina dall’altra parte del velo, di quel grande arazzo che ci sovrasta tutti e di cui noi siamo i fili, ma del quale riusciamo abitualmente a scorgere soltanto il rovescio, per cui non comprendiamo il grande disegno che c’è dietro… Siamo intrecciati in modi che ci sfuggono ma che hanno una loro precisa ragione di essere. Tutto ha un senso nella vita, anche ciò che noi chiamiamo “destino”. È tutta una questione di visione: è come se l’essere umano fosse affetto da miopia e non riuscisse a guardare lontano e a cogliere l’intero panorama. Ci vuole una macchina fotografica con un obiettivo a grand’angolo per farlo, non una lente di microscopio. Bisogna sollevarsi almeno un po’ da terra e riuscire a guardarla con gli occhi del Cielo per scorgere l’invisibile.


Maria l’ha fatto e ci ha donato una perla preziosa che merita di essere fatta risplendere per il bene di tutti. Lei si è resa conto non solo che nel cosmo (parola di origine greca che significa “ordine”) c’è un posto per ogni cosa, ma c’è anche un posto per ognuno: ogni essere umano ha la sua giusta e precisa collocazione nel grande cerchio della Vita.


Questo per un bambino è un elemento di fondamentale importanza: è fortemente rassicurante sapere che c’è un posto per lui, un posto particolare che lo aspetta, che è solo suo, non è di nessun altro.


Compito dell’esistenza sarà proprio scoprire qual è e, di conseguenza, allinearsi sul proprio cammino, quello fatto espressamente per noi, quello che ci permette di tirare fuori e sviluppare i nostri talenti, le nostre migliori qualità e di offrire i nostri doni al mondo. È il cammino arduo, e a volte tortuoso, della vocazione. L’unico che possa darci il massimo del piacere e della soddisfazione, l’unico che possa portarci pace e gioia vera e duratura.