Ho dedicato la mia vita al bambino ed è l’amore che sento per questo che mi ha condotto a prendere un profondo interesse per la questione della pace.1
Educazione e pace: questo fu il libro che segnò il mio incontro con Maria Montessori. Lo scovai, tra i tanti, nella biblioteca paterna e lo lessi d’un fiato.
Era una vecchia edizione della Garzanti del 1964 e io avevo allora una trentina d’anni. Fu come una miccia, un vero e proprio colpo di fulmine: mi innamorai. Della sua visione del bambino che era anche la mia, delle sue parole che mi risuonavano dentro come se fossero note da tempo, delle sue opere che erano la realizzazione concreta di un mio antico desiderio. Sì, perché il sogno di Maria Montessori in fondo era molto simile al mio: farsi interprete del bambino che non ha voce e rivelare al mondo ciò che lui ha da dirci e insegnarci.
Da quel momento non smisi più di leggere tutto ciò che trovavo di lei e su di lei, frequentai corsi, seminari, visitai scuole montessoriane e mi ritrovai, io medico come Maria, a interessarmi sempre più di questioni educative. Fino a scrivere su di lei e per lei. Chi l’avrebbe mai detto? Veramente misteriose sono le vie sulle quali la Vita ci conduce. A volte basta accettare di lasciarsi prendere per mano per ritrovarsi catapultati in mondi in cui non avremmo mai pensato di ritrovarci: come lo sono queste pagine che ora voi state leggendo e che magari vi sono capitate tra le mani, come successe a me, per quello che sembra un “caso” ma che è invece un camuffato appuntamento col destino…
L’amore per il bambino ha portato Maria Montessori a interessarsi al tema della pace e ha condotto me al suo libro, che è stato solo il primo passo di un lungo cammino verso la ricerca della pace, attraverso il bambino: quello esteriore, ma soprattutto quello interiore che ognuno di noi ospita dentro di sé. Perché è solo curando le sue ferite, accogliendo i suoi dolori e le sue pene, che si può arrivare alla pace, quella vera, profonda, duratura.
Questa è la via che Maria ci ha indicato: una strada scomoda e difficile, lunga e incidentata, piena di pietre aguzze che a volte fanno sanguinare i piedi, ma l’unica da percorrere se si vuole raggiungere la meta.