COME FAVORIRE LO SVILUPPO DEL BAMBINO
Dopo più di un secolo di osservazioni, i genitori e gli educatori Montessori hanno raccolto molta documentazione relativa allo sviluppo infantile. I diversi stadi individuati possono servirci come guida per seguire e supportare lo sviluppo di nostro figlio, creando un ambiente preparato che presenti tutte le attività più giuste per la sua età.
PERCHÉ SCEGLIERE LE ATTIVITÀ PER IL BAMBINO
Il cervello di un bambino conosce uno sviluppo molto rapido in brevissimo tempo, tanto che a tre anni esso raggiunge l’80% delle proprie dimensioni definitive. Possiamo favorire questo sviluppo scegliendo delle attività Montessori, ma lo scopo di questo metodo educativo non è di rendere i nostri figli più intelligenti, né di aiutarli a raggiungere dei traguardi prima dei loro coetanei, bensì di trattarli da esseri umani, venire incontro alle loro necessità di sviluppo, stabilire un attaccamento sicuro e aiutarli nel passaggio dalla dipendenza alla collaborazione, all’indipendenza.
In età infantile, le abilità appartenenti alla sfera del movimento e del linguaggio sono quelle che possiamo favorire di più. Alcune attività possono aiutare lo sviluppo intellettivo e psicologico del bambino perché inizi a fare dei collegamenti (del tipo, “quando lo colpisco con il piede, si muove”), cominci a comprendere la nostra lingua, metta alla prova il proprio corpo e costruisca la propria fiducia nel mondo che lo circonda.
In questo capitolo presentiamo le varie attività dividendole per fasce d’età, ma si tratta solo di linee guida: ogni bambino si sviluppa seguendo dei propri ritmi e delle proprie tempistiche, ed è giusto così. Vogliamo aiutare il piccolo nel suo percorso, non provare ad accelerare o rallentare il suo processo individuale. Se siamo preoccupati per lo sviluppo di nostro figlio chiediamo aiuto: non c’è nulla di male, anzi, solo così possiamo aiutarlo a crescere al meglio.
COME SCEGLIERE LE ATTIVITÀ PER IL BAMBINO
- Informiamoci sul suo stadio di sviluppo.
- Osserviamo il bambino.
- Chiediamoci cosa gli interessa e in che cosa si sta esercitando in questo momento.
- Chiediamoci come possiamo aiutarlo.
Scegliere delle attività per nostro figlio significa tenere conto di diversi fattori:
Scegliere materiali naturali. I neonati esplorano usando la bocca, per questo è importante scegliere materiali sicuri che possano essere masticati senza pericolo, ovvero di solito legno, stoffa, gomma e acciaio inox. Il bambino avrà una reazione diversa a seconda della consistenza e della temperatura del materiale in questione: il metallo è freddo e liscio, il legno è più caldo e può dare diverse sensazioni a seconda della sua lavorazione. Se l’oggetto è dipinto, assicuriamoci che la finitura non costituisca un pericolo: coloranti alimentari o di origine naturale possono essere una buona alternativa. Un altro vantaggio dei materiali naturali è che hanno la tendenza a durare di più e per questo possono fare la gioia di più di un bambino.
Considerare le dimensioni dell’oggetto e dei suoi componenti. L’oggetto dovrebbe essere abbastanza piccolo perché il bambino possa tenerlo in mano. Assicuriamoci che i vari componenti siano attaccati saldamente per prevenire il rischio di soffocamento. In commercio si trovano dei choke tester, ovvero dei cilindretti di varie dimensioni e diametro che permettono di capire se un determinato oggetto è pericoloso per un bambino sotto i tre anni di età: di solito sono lunghi 5,7 cm e larghi 3,2 cm, quindi hanno più o meno lo spessore di due dita. In alternativa si può usare un rotolo della carta igienica: se l’oggetto è abbastanza piccolo da entrare nel rotolo, c’è un alto rischio di soffocamento.
Scegliere materiali piacevoli alla vista. Nel capitolo 2 abbiamo parlato della mente assorbente del bambino, capace di assimilare qualsiasi stimolo e sensazione, per cui dobbiamo trovare materiali di bell’aspetto o rendere più carino ciò che già abbiamo: ci sono tanti oggetti che si possono riutilizzare, dalle bottiglie di plastica alle lattine, ai contenitori per il cibo d’asporto. Proviamo ad abbellirli con scotch decorativo, fiocchi o carta colorata.
Proporre oggetti diversi per qualità e funzionamento. Proponiamo al bambino un vasto assortimento di attività diverse l’una dall’altra per colore, dimensione, peso, consistenza o forma. Potrebbero anche funzionare in modo diverso, per esempio alcuni giochi potrebbero emettere un suono, altri rimbalzare, altri ancora essere plastici e malleabili. Attraverso l’esplorazione, il piccolo comincerà a capire come funzionano le diverse proprietà degli oggetti.
La maggior parte dei materiali che scegliamo per i bambini sono intuitivi. Non dobbiamo mostrare al bebè cosa fare, ma semplicemente sistemare lo spazio a lui destinato preparando giochi e materiali. Se il neonato sta cercando di acquisire una determinata capacità che è in linea con ciò che gli abbiamo proposto, saprà già cosa fare. Per il piccolo, questa fase di esplorazione costituisce uno dei pochi momenti della giornata in cui ha il pieno controllo e può scegliere come, quando e con cosa giocare, scoprendo quali sono gli effetti delle sue scelte e delle sue azioni. È essenziale che il bambino provi questa sensazione di controllo per imparare a fidarsi delle proprie capacità, così che in futuro abbia fiducia in se stesso anche di fronte a una sfida.
Se vediamo che il bambino non riesce a capire come usare un certo materiale o non sembra esserne interessato, può darsi che non sia ancora pronto: mettiamolo via e proviamo a riproporglielo più avanti. Ricordiamoci che però non esistono dei modi giusti o sbagliati con cui il neonato può interagire con un determinato materiale: finché non ci sono pericoli per la sua salute, dobbiamo lasciargli fare le sue scoperte.
Un modo per guidare nostro figlio nella sua esplorazione del mondo senza per questo mostrarglielo direttamente consiste nell’assicurarci che trovi tutti i materiali completi e in ordine nella sua area per il movimento. Non importa se poi il bambino non li rimetterà a posto, perché in questa fase non è su questo che ci dobbiamo concentrare: per adesso, lo scopo è che esplori l’oggetto usando i propri cinque sensi (nel giro di qualche mese lo scopo dell’attività diventerà un altro, e in tal caso la disporremo in modo diverso). Anche se il piccolo non dovesse portare a termine l’attività, come ad esempio un gioco ad incastri, la sua mente avrà comunque assorbito l’immagine dell’oggetto ricomposto e nelle sue esplorazioni future saprà esattamente cosa fare.
Una delle tendenze umane consiste nell’automiglioramento, che ci spinge ad impegnarci di più e ad avere successo. Anche i bambini presentano questa stessa motivazione, fin dalla nascita. Siamo interessati alle attività che sono al limite delle nostre capacità: un compito troppo semplice ci annoia, uno troppo complesso ci fa innervosire. Il materiale giusto deve richiedere a nostro figlio un minimo di sforzo così che possa acquisire una nuova abilità, ma non deve essere tanto complicato da farlo scoraggiare. Osserviamolo e vediamo come reagisce, cercando di non intervenire e non offrirgli il nostro aiuto anche se ci sembra che stia incontrando delle difficoltà. Se dovesse innervosirsi, cerchiamo di capirne il motivo. Se il bambino è già più grande possiamo fargli vedere come fare e aspettare che ci riprovi, oppure mettere via quel determinato oggetto e provare a riproporglielo in futuro.
“Fare fatica è fondamentale.”
—Nichole Holtvluwer, Radicle Beginnings
Limitare il numero delle attività. In questo modo aiuteremo il bambino a concentrarsi ed eviteremo che sia sommerso di alternative. All’inizio, per sapere quante attività proporgli possiamo basarci sulla sua fascia d’età, per cui ad esempio possiamo offrire una attività a un neonato di un mese, due attività a uno di due mesi e così via. In teoria anche una volta cresciuto è meglio che non offrirgli più di cinque o sei attività alla volta. A sette mesi potremo iniziare a disporre i materiali in diverse aree della casa, un po’ su un ripiano basso nell’area giochi, un po’ in una cesta in cucina e magari un paio nella sua cameretta. Le altre possiamo metterle via e alternarle, così che al bambino sembrino sempre dei giochi nuovi, o giochi perduti e finalmente ritrovati.
Mantenere l’ambiente costante e riordinare. Giocando, il neonato di solito passa da un’attività all’altra. Nel metodo Montessori l’ordine è importante e se si trattasse di un bambino più grande potremmo mostrargli come sistemare un oggetto prima di passare a quello successivo, ma a questa età è meglio evitare: non soltanto il piccolo non saprebbe come rimettere a posto ma rischieremmo di fargli perdere la concentrazione. Quando avrà finito di giocare gli diremo che stiamo andando a sistemare le varie attività, così il bambino ci osserverà e assorbirà il senso di ordine. Una volta che avrà iniziato a camminare e sarà in grado di darci una mano potremo fargli vedere come riordinare. Un giorno riuscirà a farlo anche da solo.
Nel caso di bambini più grandi possiamo creare un senso di ordine sistemando le varie attività su un vassoio da portare a tavola. Per i neonati questa soluzione è inattuabile, perché il vassoio potrebbe essere troppo pesante per loro, o potrebbero distrarsi troppo.
Qualità più che quantità. Ci sono infinite possibilità di materiali e giocattoli da mettere a disposizione del bambino, eppure molti oggetti hanno breve durata o si rovinano facilmente. Per questo è meglio optare per delle soluzioni di qualità, investendo in materiali che resistano alla prova del tempo. Prestiamo quindi attenzione:
- al materiale di cui sono fatti: i materiali naturali di solito durano di più;
- alla loro realizzazione: il materiale con cui giocherà il bambino verrà colpito, lanciato e fatto cadere, per cui è meglio sceglierne di resistenti;
- alla versatilità d’uso: scegliamo dei materiali che il bambino possa continuare a usare, in modi diversi, anche una volta cresciuto.
Scegliere la qualità non significa necessariamente spendere molto: possiamo trovare delle validissime alternative artigianali al mercato o nei mercatini dell’usato, oppure scegliere il fai-da-te.
“Ogni giocattolo, sonaglino, gioco ad incastro e altro genere di materiale è stato scelto per un preciso motivo. È compito del genitore assicurarsi che la sfida non sia tanto semplice da risultare noiosa né tanto difficile da causare nervosismo e spingere il bambino a desistere.”
—Susan Stephenson, The Joyful Child