mettiamo in pratica - PRIMA PARTE

Vita quotidiana

RITMI GIORNALIERI

A volte un bambino non sembra avere dei ritmi quotidiani regolari e può essere difficile interpretare i suoi segnali. Ha ancora fame? È stanco? Non ha dormito bene e dovremmo provare a rimetterlo a letto? Può essere davvero complicato.


Per chiarirci le idee, ricordiamoci che una normale routine si articola così: svegliarsi, mangiare, giocare, dormire. Osservando il bambino possiamo capire quali sono i suoi ritmi e iniziare a notare dei segnali che ci facciano capire quando sta passando da una fase della routine a quella successiva. Dobbiamo trovare insieme a lui un ritmo naturale.


Facciamo attenzione ai segnali che ci indicano che ha voglia di mangiare (come aprire la bocca, fare determinate espressioni o lanciare gridolini di avvertimento), di giocare (come essere sveglio, aver fatto il ruttino ed essere reattivo) o di andare a dormire (distogliere lo sguardo da un gioco, toccarsi le orecchie, innervosirsi, muoversi a scatti o sfregarsi gli occhi).


A volte è difficile distinguere i diversi tipi di pianto. Se il piccolo sembra inquieto e sappiamo che ha già mangiato e giocato a sufficienza possiamo aiutarlo a prendere sonno. Il figlio di Simone aveva finito per sviluppare dei ritmi folli, addormentandosi durante i pasti e risvegliandosi poco dopo piangendo, così la madre gli dava ancora da mangiare, andando avanti per tentativi. Il problema era che anche nelle ore di veglia il piccolo non sembrava davvero sereno. Con la nascita della figlia, Simone ha imparato dai propri sbagli e ha fatto diversamente: invece di darle da mangiare fino a quando non si addormentava, la allattava appena sveglia, giocava un po’ con lei e poi vedeva che era pronta per tornare a dormire. Per aiutarla a prendere sonno, Simone si sedeva accanto a lei e le accarezzava, oppure la faceva giocare per un po’ da sola nella sua cameretta.

  • Un neonato si sveglia, mangia e viene coccolato per un po’, oppure si sgranchisce sul materassino, viene cambiato, gioca ancora e poi è pronto per tornare a dormire.
  • Crescendo, si sveglia, mangia, gioca e viene coccolato un po’ più a lungo, poi viene cambiato e messo a dormire.
  • Dopo qualche mese, vedremo che il bambino non si sveglierà piangendo per la fame. Potrà giocare un po’ e poi tornare al solito ritmo che si articola così: svegliarsi, mangiare, giocare (ed essere cambiato) e dormire.

Si tratta di regole generali, perché è solo con l’osservazione che possiamo capire qual è il ritmo specifico di nostro figlio e riuscire a prevederlo. Non esistono orari fissi: dobbiamo solo seguire la routine del piccolo per aiutarlo a orientarsi e creare un senso di ordine.


Una volta che avremo compreso il suo ritmo, cerchiamo di rispettarlo il più possibile, ad esempio programmando di vedere gli amici solo una volta che il bambino si sarà svegliato oppure decidendo di farlo dormire in auto, nel passeggino o nel marsupio mentre noi portiamo a scuola suo fratello maggiore.


Il ritmo del bambino può essere modificato da vari fattori: scatti di crescita, dentizione, viaggi e cambiamenti nell’ambiente domestico o su più larga scala. Quindi continuiamo a osservarlo e ad apportare le modifiche necessarie: procediamo per gradi, per aiutare il piccolo a vivere più serenamente queste transizioni.


Nel nostro ritmo quotidiano possiamo introdurre dei segnali che aiutino il bambino a riconoscere le varie transizioni: cantare una canzone, dire il nome del piccolo o avere una routine regolare (che preveda ad esempio di fargli sempre il bagnetto prima di metterlo a letto oppure di lavarsi le mani prima dei pasti). Così il bambino potrà prevedere cosa sta per succedere e sapere cosa aspettarsi.


Mantenere sempre la stessa routine nel corso della settimana – e quindi un ritmo settimanale – aiuta il bambino a prevedere passeggiate, bagnetti, momenti trascorsi con la babysitter ecc. Se i genitori lavorano, il piccolo inizierà a conoscere il ritmo della loro settimana, ovvero a capire quando trascorrerà del tempo con loro e quando starà invece con altri adulti. Cerchiamo di coordinarci con loro perché il ritmo quotidiano resti il più possibile invariato, a prescindere dai diversi ambienti in cui si trascorre la giornata. Con il passare dei mesi questa prevedibilità diventerà estremamente importante per il bambino, che svilupperà un forte senso di ordine e comincerà a capire cosa lo aspetta nel corso della giornata e della settimana. Molte ricerche mostrano che i bambini che crescono in famiglie con una routine regolare sono più felici e in salute. Per saperne di più, consigliamo di leggere Montessori: The Science Behind the Genius di Angeline Stoll Lillard.