creiamoci una rete di supporto

Un ambiente da bambino

NON È UN PERCORSO CHE FACCIAMO DA SOLI

Crescere un bambino a volte significa stringere molti legami emotivi, a volte sentirsi molto soli. Potremmo renderci conto che i nostri vecchi amici hanno priorità e prospettive diverse dalle nostre, che la nostra famiglia non ci aiuta abbastanza (o ci aiuta fin troppo) oppure che sentiamo la mancanza di un nostro familiare che purtroppo non potrà mai conoscere nostro figlio. Inoltre su internet potremmo vedere delle foto che ci fanno sentire in colpa perché la nostra vita non è perfetta quanto sembra esserlo quella degli altri (avete presente la scena: un picnic informale sulla spiaggia, in cui un grande gruppo di simpatici amici stringe fra le braccia i propri figli piccoli, mentre i loro fratellini corrono liberi e senza controllo al tramonto).


È ora di crearci una nostra comunità, perché nostro figlio può apprendere molto dalla vasta gamma di persone che ci sono al mondo e imparare a fidarsi degli adulti che sceglieremo perché si prendano cura di lui.


Ecco alcune delle persone che possono far parte della nostra comunità.

  • Il nostro compagno (se ne abbiamo uno): impegniamoci a creare un’intesa passando del tempo solo con lui, ma anche ritagliando dei momenti in cui tutta la famiglia possa riunirsi e altri ancora in cui lui possa sviluppare un legame emotivo con il piccolo prendendosene cura da solo.
  • Familiari (vicini): ci può essere uno speciale momento della settimana in cui vengono a passare del tempo con il bambino, mentre noi per un attimo ci togliamo le vesti di “mamma” e “papà” e torniamo a essere noi stessi.
  • Familiari (lontani): possiamo mantenere un rapporto con loro grazie alle videochiamate in cui leggono una storia al bambino, cantano una canzone o suonano per lui. Ogni tanto possono venire a farci visita, così che il rapporto online possa tradursi in uno basato sulla vita reale.
  • Amici che hanno un’idea di genitorialità simile alla nostra: mai prima di oggi è stato così facile trovare – online o meglio ancora nella vita reale – altre famiglie che condividono i nostri stessi valori. Le amicizie nascono molto velocemente e spesso durano per tutta la vita, come è capitato ai genitori che si sono incontrati in occasione dei giochi di gruppo organizzati da Simone.
  • Amici con cui non dobbiamo parlare di figli: la conversazione e il supporto di queste persone ci fa stare bene e ci ispira, rendendoci genitori migliori.
  • Una babysitter, tata, au pair o maestra d’asilo accuratamente selezionata: ci saranno utili un paio di mani in più (in alternativa possiamo accordarci con un’altra famiglia per badare ai bambini a turno).
  • Qualcuno che si occupi delle pulizie: se ne abbiamo la disponibilità economica, una volta al mese chiamiamo qualcuno che pulisca la casa da cima a fondo, occupandosi anche degli anfratti per cui non abbiamo sempre tempo.
  • Un professionista: un osteopata, un medico, uno psicologo, un chiropratico o un massaggiatore che si prenda cura di noi mentre noi ci prendiamo cura di tutti gli altri (sempre che ne abbiamo la disponibilità).
  • I nostri vicini di casa o i commercianti della zona: queste persone hanno un ruolo marginale nelle nostre vite quotidiane, ma con il passare degli anni possono diventare parte della nostra famiglia allargata.