e dopo?

Primi passi

Come noteremo presto, non appena inizieremo ad abituarci a una fase nostro figlio passerà alla successiva, e dovremo rimetterci in pari. Ecco cosa sapere del periodo 1-3 anni, così da rendere un po’ più semplice la transizione da neonato a bambino piccolo.


I bambini piccoli sviluppano un forte senso dell’ordine. Iniziano a essere molto specifici sul modo in cui si svolgono le varie attività. Amano che tutto sia sempre fatto nello stesso modo: vogliono essere vestiti sempre nello stesso ordine, vogliono seguire sempre la stessa routine quando è ora di andare a letto, magari vogliono usare sempre lo stesso cucchiaio. Non stanno cercando di renderci la vita difficile: per loro è una questione importante. Vogliono conoscere la sistemazione di ogni oggetto e sono felici quando c’è un posto per ogni cosa e ogni cosa è al suo posto. Una volta che ce ne rendiamo conto, invece di opporci possiamo provare a creare un senso di ordine e prevedibilità. È stato dimostrato che i bambini che crescono in ambienti domestici in cui siano presenti routine e rituali si adattano meglio sul lungo periodo (smentendo la teoria, abbastanza diffusa, che sia la varietà ad aiutarli ad adattarsi).


I bambini piccoli non amano condividere. Mentre i neonati non hanno alcuna difficoltà a condividere le cose, la maggior parte dei bambini piccoli è così concentrata sul proprio compito – dal momento che si sta impegnando per padroneggiare quell’abilità – che è solo quando hanno finito di usare qualcosa che la lasciano perdere. Mostriamo a nostro figlio come fare a turno. Se trova difficile aspettare diciamogli: “Presto lo potrai usare tu”. Quando toccherà a lui ripeterà più volte lo stesso movimento fino ad averne abbastanza, poi sarà il turno di un altro bambino.


I bambini piccoli dicono “no”. A quest’età, quello che un tempo era un bambino tranquillo e accondiscendente inizierà a mostrare delle forti preferenze. È una fase importante per il suo sviluppo. Man mano che diventa più indipendente da noi dal punto di vista fisico – magari iniziando a parlare, camminare o mangiare da solo – afferma se stesso come persona e inizia a usare la parola “io”. Per questo comincia a rispondere di no, per cui non prendiamola sul personale e cerchiamo un modo per collaborare con lui con rispetto.


I bambini piccoli hanno bisogno di libertà e di limiti. Troppe regole spingeranno nostro figlio a litigare con noi, zero regole lo faranno sentire spaesato: i limiti posti per la sua sicurezza infatti gli dimostreranno che gli vogliamo bene e vogliamo proteggerlo. Decidiamo quali confini sono importanti per noi e stabiliamoli in modo gentile ma fermo, senza spezzare il legame emotivo con il bambino. Al posto di premi e punizioni, diciamo chiaramente quali sono le nostre aspettative: “Non lascerò che tu mi colpisca di nuovo. Mi allontano un attimo per calmarmi, tornerò quando sarò pronta a parlarti”.


I bambini piccoli riescono a padroneggiare più abilità in sequenza e hanno bisogno di sfide di difficoltà crescente. Se non gliele offriamo saranno loro a sfidare noi. Quindi continuiamo a osservare nostro figlio per capire cosa sta cercando di imparare e offriamogli delle attività impegnative. Quando avrà acquisito quell’abilità, potremo rendere il procedimento più complicato e difficile: per esempio chiedendogli di andare a mettere il grembiule prima di lavare la mela, o trovare altri vasi in cui sistemare i fiori.


I bambini piccoli hanno bisogno di noi per elaborare molte delle proprie emozioni (e sì, hanno anche bisogno di fare i capricci). Lasciamoli liberi di esprimere i propri sentimenti, che altrimenti si ripresenteranno nel corso della giornata. Invece di dire “Non essere sciocco” proviamo a rispondergli “Oh, raccontami” oppure “Davvero? Fammi vedere quanto sei arrabbiato sfogandoti contro questo cuscino” o “Vorresti restare al parco e invece stiamo andando via?”. Quando il piccolo si sarà calmato lo aiuteremo a chiedere scusa se ha fatto del male a qualcuno o ha messo tutto in disordine: sentirà di poterci confidare tutto e avrà la consapevolezza che gli vogliamo bene anche nei suoi momenti peggiori.


I bambini piccoli vogliono provare a fare le cose da soli. Il fatto che nostro figlio urli “Faccio io” è in egual misura emozionante (perché il bambino vuole imparare qualcosa di nuovo) e frustrante (perché quando siamo di fretta sembra metterci il triplo del tempo). Sistemiamo casa in modo tale che il piccolo possa svolgere sempre più attività in autonomia, ad esempio aiutandoci ad apparecchiare il tavolino, preparare la merenda, riordinare e magari perfino lavare i piatti (attività molto amata dai bambini di due anni e mezzo). Diamogli tempo e aiutiamolo il meno possibile quando si veste e mangia, così come per le altre attività quotidiane. Il bambino adorerà la sensazione di riuscire a fare sempre più cose.


I bambini piccoli sono straordinariamente capaci. Imparano con facilità (sempre grazie alla mente assorbente) e fanno sempre più connessioni nel mondo che li circonda. Iniziano a esprimersi e muoversi con movimenti sempre più precisi e coordinati.


I bambini piccoli vanno piano. Hanno bisogno di tempo per padroneggiare nuove capacità e per elaborare quanto diciamo (quindi prima di ripeterci contiamo sottovoce fino a dieci). Dobbiamo sforzarci il più possibile di rallentare, così da avere lo stesso ritmo di nostro figlio. Invece di mettergli fretta ogni mattina, facciamo le cose con calma, almeno nei giorni in cui non siamo in ritardo e non ci sono treni da prendere o appuntamenti importanti.


E ultimo, ma non per importanza, i bambini piccoli sono geniali. Vivono nel presente, non pensano al passato o al futuro. Dicono quello che pensano (senza cercare di essere gentili o educati), quindi non dobbiamo tirare a indovinare. Riescono a svolgere da soli molte attività e vogliono partecipare alla nostra vita quotidiana, aiutandoci a cucinare, spazzare i pavimenti (sul serio!) e lavare i vetri. Ci abbracciano e ci amano come nessun altro.