CAPITOLO 5

L’eredità e la creazione

Il periodo più importante della vita umana è quello dei primi due anni, che vede la creazione psichica più che la crescita. Gli animali sono limitati alle loro caratteristiche ereditarie; l’uomo può fare tutto. Il bambino piccolo assorbe dal suo ambiente, è capace di costruire la mente dell’uomo. È un pro-creatore. Funzione dei sensi dell’olfatto, del gusto e del tatto.

11 settembre 1946


Oggi, la parte più importante dello studio della psicologia è lo studio del bambino nel primo periodo della vita, soprattutto fino ai tre anni. Questo primo periodo è seguito da quello che va dai tre ai sei anni, ovvero il periodo in cui quanto si è acquisito fino a quel momento viene consolidato attraverso l’esperienza acquisita nel mondo esterno. All’età di sei anni, avete un uomo. È necessario distinguere e riflettere su due temi diversi nella crescita di un essere umano.


Prima di affrontare la questione della crescita, abbiamo la questione dell’esistenza, della creazione. Prima che il bambino esista, non esiste. Se non esistiamo, non possiamo crescere. È un mistero o un miracolo? Iniziare a esistere è un miracolo, è straordinario. All’inizio, ognuno deve formare se stesso. Questo è il periodo più importante di tutti, perché da esso ha origine ogni cosa. Questo neonato esisteva già nella fase embrionale. Anche questo è miracoloso, perché da una cellula, con la sua capacità e la sua saggezza misteriosa, vengono costruiti tutti gli organi del corpo: non solo dal punto di vista della loro forma, ma anche della loro misteriosa funzione. È incredibile.


Quando un neonato appare nel mondo, ha un corpo ma non è dotato di intelligenza. È un fatto davvero impressionante, che l’umano infantile abbia questa apparenza di inferiorità. Altri mammiferi appena nati non sono così apparentemente privi di risorse, privi di coscienza e privi della capacità di comprendersi. Ad esempio, il vitello è in grado di correre e trovare la madre lo stesso giorno in cui viene al mondo. Va da sua madre quando vuole mangiare, sa dove trovare nutrimento da solo, ha un grande impulso a guidarlo. Un puledro di un giorno di vita ha già le gambe lunghe. Lunghissime, così da poter correre dappertutto. Questa è la caratteristica principale dei cavalli – muoversi molto velocemente. Quindi, rispetto al neonato umano, questi giovani animali sono molto intelligenti. Pensate per esempio al cucciolo di scimmia di solo uno o due giorni: scapperà già da sua madre e lei dovrà richiamarlo. Da solo, sarà in grado di aggrapparsi saldamente al suo corpo quando lei si arrampica. Ha una mente molto vivace; guarda intorno a tutto con grande interesse. È molto diverso dall’uomo, che è l’unico essere vivente ad avere una prole così inferiore. Questo fatto è davvero straordinario.


Alcuni pensano che l’uomo si sia sviluppato dalla scimmia. Va bene – forse è così – c’è una somiglianza con la scimmia, con la sua brutta faccia e le sue lunghe braccia. Ma non riesco a immaginare l’uomo primitivo con un neonato in grado di fuggire lontano da lui. I bambini sono sempre stati come sono oggi perché questa è la caratteristica dell’umanità: un neonato non può muoversi, non può reggere la propria testa, non può girarsi da solo. Il bambino finisce per essere un tale peso per la madre che solo lei lo può portare nel cuore. E l’uomo primitivo ha dovuto combattere tigri dai denti a sciabola e mammut per proteggere anche suo figlio.


Per credere che l’uomo sia completamente diverso dagli animali, vi basta pensare ai neonati, che sono molto diversi dai cuccioli di altri animali: un bambino appena nato è impotente, passivo e muto. Non ha intelligenza, come ci si aspetterebbe invece dai piccoli di una creatura straordinaria come l’uomo. Non ha nessun linguaggio, mentre tutti gli altri cuccioli si esprimono come i loro genitori (per esempio, i gattini iniziano immediatamente a miagolare), mentre i neonati non hanno niente – nessun linguaggio, nessuna capacità di muoversi in modo controllato né con uno scopo. I neonati si limitano ad aprire gli occhi e usare la bocca per succhiare.


Dopo due anni, il bambino è in grado di correre (anche se non così bene come il puledro appena nato), però è in grado di parlare e capire quanto gli altri gli dicono, può distinguere un tavolo da una sedia, la madre dal padre, i fratelli dalle sorelle, i fiori dagli alberi o dalle scatole. Ora assomiglia a un uomo appena nato!


Cosa è successo in questi due anni? È successo qualcosa di meraviglioso. Il bambino ha creato tutto questo. Prima non esisteva e ora esiste. Quindi dobbiamo giungere alla conclusione che i primi due anni di vita sono dedicati allo sviluppo psichico piuttosto che alla crescita fisica – la creazione delle capacità, la creazione della coscienza. Tutto viene creato in questo periodo e viene poi perfezionato e migliorato dalla natura. Quindi dobbiamo distinguere il periodo della creazione e della formazione dal periodo della crescita. Sono due cose diverse. Per questo motivo, il primo periodo della vita è il più importante: se qualcosa manca nella creazione a questo punto, mancherà per sempre. Una volta terminato questo periodo, i bambini perdono questa capacità.


Nella fase embrionale, è importante che i tessuti si sviluppino in modo preciso. Se si verifica qualche piccolo errore, il risultato è la formazione di un mostro. La natura agisce in modo logico e in questa fase essenziale prevede una forma di protezione, per cui anche noi dobbiamo proteggere il neonato. Fin dal primo momento, la vita deve evolversi esattamente nel modo giusto. È inoltre logico che nel periodo di creazione psichica il bambino abbia bisogno delle migliori condizioni di vita, che potranno essere di aiuto al suo sviluppo. Se dovesse mancare qualcosa, i risultati verranno alla luce in seguito. Per questo oggi ci si concentra molto su questo periodo.


Tutti parlano di ereditarietà, ma questa parola è come il cloroformio: annebbia la comprensione. Soddisfa tutti e copre ogni accezione: gli animali hanno poteri ereditari, cioè hanno la tendenza ad agire in un certo modo. Il cavallo corre veloce e questa è la sua speciale caratteristica. Alcuni animali scavano cunicoli nella terra, mentre altri vivono sugli alberi. Ognuno ha un qualche adattamento speciale all’ambiente. Gli animali ottengono le loro caratteristiche speciali per via ereditaria, mentre l’uomo può fare tutto. Può sviluppare un linguaggio. Un bambino indiano non parla la lingua sanscrita per via ereditaria: assorbe la lingua del suo ambiente. La definiamo madrelingua, però questo non è il termine corretto, perché, se sua madre fosse morta o se il bambino fosse cresciuto lontano dai suoi genitori in un altro paese, assorbirebbe la lingua di quella nazione e non quella parlata dalla sua famiglia di origine.


Ci sono differenze nelle vite e nelle abitudini dei diversi popoli perché l’uomo ha un enorme potenziale di variazione nel suo comportamento. Il neonato, all’inizio così inerte, deve essere in grado di accogliere tutto ciò che c’è nel suo determinato ambiente, accogliendone le caratteristiche psicologiche. Quindi, queste acquisizioni sono frutto di uno sforzo del bambino, non sono ereditarie.


Possiamo vedere che il neonato è un essere capace di costruire la mente dell’uomo. Non un creatore, ma in un qualche modo è un pro-creatore, così come i suoi genitori sono pro-creatori nel senso che sono necessari a creare il piccolo. Tutti considerano importanti i genitori e i loro diritti sul bambino, eppure non sono loro ad aver dato al piccolo la sua intelligenza: il bambino stesso l’ha costruita. Quindi il bambino è il pro-creatore del dono massimo che l’uomo ha ricevuto dalla natura, dobbiamo rispettarlo perché il suo potere è all’origine di tutto.