A Rosa Giudetti e ai partecipanti al convegno “La mente del bambino e le neuroscienze”
Brescia, 18 ottobre 2014
Porgo a tutti il mio più cordiale saluto e insieme esprimo il mio rammarico per non poter essere lì con voi.
Desidero parlarvi di Maria Montessori, una donna aperta e coraggiosa, molto amata ma anche malvista a destra come a sinistra, di volta in volta considerata teosofa, positivista ma presa da interessi religiosi, perfino una in cerca di gloria e di approvazioni pubbliche, trascurando chi sia stata realmente: una scienziata che ha scoperto, prima di ogni altro, l’autentica realtà infantile dai neonati agli adolescenti e che come ha scritto il grande etologo danese Nico Tinbérghen, si dovrebbe cominciare a studiare come si è fatto per Darwin o per Freud.
La sua preparazione di base era molto solida: aveva studiato biologia, fisica, matematica. All’università ebbe i migliori maestri del tempo, quelli che in pieno positivismo, da una medicina approssimativa ne avevano creata un’altra basata sull’osservazione e sui riscontri oggettivi.