Intervento di Kevin R. Rathunde

Professore associato presso il Dipartimento Studi su Famiglia e
Consumatori presso l’Università dello Utah - Stati Uniti d’America

MARIA MONTESSORI E LA TEORIA DEL FLUSSO: IL RUOLO DELL’ESPERIENZA SOGGETTIVA NEI PROCESSI DI SVILUPPO

Buongiorno, comincio ringraziando Rosa Giudetti e l’Associazione Montessori di Brescia per la loro cortesia e per avermi invitato qui oggi. Io e la mia famiglia abbiamo trascorso una splendida settimana in Italia. Inoltre voglio darvi il mio benvenuto qui oggi: grazie per essere venuti. È un grande onore per me poter parlare del metodo Montessori e della teoria del flusso. È un argomento di cui mi piace parlare, che mi appassiona e cercherò di parlare abbastanza lentamente perché so - l’ho appena provato - che a volte non è facile comprendere del tutto la traduzione, quindi proverò a parlare il più lentamente possibile affinché sia più facile comunicare. Bene, vi presento la struttura del discorso che andrò a fare oggi. Inizierò con un’introduzione molto personale per spiegarvi perché mi sento uno “spirito affine” rispetto al metodo Montessori. Molto personale. Dopodiché la parte principale del mio discorso verterà sulle connessioni teoretiche e filosofiche tra il metodo Montessori e la teoria del flusso. Tre le aree. La prima: porre il bambino al primo posto. La seconda: porre l’esperienza di una profonda concentrazione, di un impegno, di un assorbimento, al centro del quadro complessivo dell’educazione e la terza sarà naturalmente quella di pensare al contesto di tale concentrazione: la scuola e gli studenti. Dunque questa sarà la parte principale del mio discorso. Ho scelto poi di concludere con alcuni pensieri di Maria Montessori sulla bellezza e sulla natura, in quanto ritengo che siano molto importanti per i bambini della società moderna e perché non sono così conosciuti come altre sue riflessioni sull’educazione. Infatti, negli ultimi anni, ho svolto una piccola ricerca in tale ambito e pertanto vorrei condividere questi pensieri come conclusione. Ecco, questa sarà un po’ la struttura del mio discorso di oggi.