La nOVeLLa
Di nastaGiO DeGLi Onesti

Nel 1483, poco dopo il ritorno da Roma, dove aveva lavorato alla decorazione della Cappella sistina, Botticelli si dedica all’illustrazione di una celebre novella del Boccaccio, quella di Nastagio degli Onesti (Decameron, V, 8). La commissione per l’esecuzione di queste quattro tavole dipinte a tempera gli viene forse da Lorenzo il Magnifico. L’occasione è costituita dalle nozze di Giannozzo Pucci con Lucrezia Bini, avvenute in quell’anno. La trama della novella, intessuta di elementi soprannaturali, dà modo al Botticelli (e alla sua bottega, che interviene nell’esecuzione dei quattro dipinti) di fondere vivacità narrativa e sospensione fantastica; ne risulta uno degli esiti più interessanti e inconsueti dell’arte botticelliana, dominato da un registro fiabesco in cui il lieto fine scioglie gli aspetti orridi e inquietanti della vicenda. La novella si apre (I episodio) con Nastagio che vaga addolorato e pensoso nella pineta di Ravenna: è stato respinto dalla figlia di Paolo Traversari (raffigurata a sinistra, nel fondo), che ama. Improvvisamente appare una donna inseguita da un cavaliere e dai suoi cani, che la azzannano nonostante i tentativi di Nastagio di difenderla. Quando vede che il cavaliere le strappa il cuore e lo dà in pasto ai cani (II episodio), Nastagio si ritrae inorridito. La donna (al centro, nel fondo) resuscita e l’inseguimento riprende; intanto il cavaliere si è rivelato a Nastagio: è Guido, un suo avo, che si uccise per essere stato respinto dalla donna che amava. La punizione divina costringe lui e la sua antica amante a riapparire nello stesso luogo per tanti anni quanti mesi la donna derise l’amore di Guido. Nastagio, allora, invita a un banchetto nel luogo dell’apparizione (III episodio) i Traversari con la figlia. Quando appaiono di nuovo il cavaliere e la donna, gli ospiti inorridiscono. Nastagio spiega i motivi dell’apparizione, e la figlia di Paolo Traversari, impaurita (sull’estrema destra del dipinto, con Nastagio) accetta l’amore di Nastagio e acconsente finalmente alle nozze. A destra, su un pino, lo stemma dei Pucci inquartato con quello dei Bini sancisce il compiersi dell’evento. Il IV episodio raffigura il ricco banchetto nuziale. Cosa rarissima a quel tempo, i convitati mangiano con le forchette. Sopra i capitelli si vedono gli stemmi dei Pucci, dei Medici, e ancora quello dei Pucci inquartato con quello dei Bini.