Marilena Mosco

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ROMANINO

VEDOVA

IL RITRATTO ITALIANO NEL RINASCIMENTO

Camille Claudel (Fère-en-Tardenois 1864 – Montfavet 1943), nota soprattutto per la sua relazione con Auguste Rodin e per la sua tormentata vicenda esistenziale, merita invece di essere riconsiderata per le sue innegabili doti di scultrice. Nasce da una famiglia benestante, suo fratello Paul sarà un importante scrittore e uomo politico. Inizia a scolpire e modellare la creta da bambina. Quando di trasferisce con la famiglia a Parigi inizia una formazione artistica professionale ed è nella capitale francese che conosce Rodin, lei neanche ventenne, lui ultraquarantenne e maestro affermato. Ne diventa allieva, modella e amante. La sua scultura presenta tratti di grande forza e intensità, anche nel trattamento della materia, ma ne traspare anche un’evidente fragilità psichica. La relazione con Rodin termina negli anni Ottanta dell’Ottocento e il suo equilibrio crolla. La famiglia nel 1913 la costringe al manicomio, da cui cerca in ogni modo, ma inutilmente, di sottrarsi. Resta in manicomio trent’anni; muore nel 1943, forse per i maltrattamenti, o di fame. Fu sepolta in una fossa comune.

Una vita per la scultura

Amare e (è) creare

Il Salon del 1893 (Il valzer e Cloto) e il gruppo dell’Età matura

Dal 1895 al 1905: dalle opere “d’après nature” alla rottura con Rodin

Gli anni del declino, l’internamento, la morte

La riabilitazione

Quadro cronologico

Bibliografia

CLAUDEL

Marilena Mosco, studiosa d'arte, ha approfondito l'opera di Camille Claudel, riscoprendo e valorizzando il suo contributo all'arte moderna.

Marilena Mosco: Claudel e l'Arte Moderna

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