18. OKTOBER 1977 I l mattino del 18 ottobre 1977 (da qui il titolo del ciclo pittorico) i corpi di Andreas Baader, Jean-Carl Raspe, Gudrun Ensslin e Irmgard M ller (Ulriche Meinhof era morta l anno prima) vengono ritrovati esanimi nelle loro celle. Secondo le dichiarazioni ufficiali, i membri della RAF Rote Armee Fraktion, meglio conosciuti come banda Baader-Meinhof, condannati all ergastolo per terrorismo, si erano unanimemente suicidati. Ma, negli anni della contestazione armata di sinistra, il dubbio che fossero stati assassinati scuoteva l opinione pubblica tedesca. A differenza dell impossibilità di trattare l Olocausto, Richter è riuscito ad affrontare questo nuovo evento di barbarie, perché, inizialmente, dietro alle azioni terroristiche dei BaaderMeinhof, aveva intravisto la speranza giovanile (giusta o sbagliata) di poter cambiare il mondo. Una speranza che poi si è infranta in una terribile sconfitta provocando inutilmente la morte. Richter non si schiera né pro né contro quest altra forma di estremismo nel recente passato della Germania, questa volta non di destra ma di sinistra. Sente però l urgenza di soffermarsi su quelle morti, forse causate da una pena capitale non dichiarata, perché «su di loro c è qualcosa che va capito . La sequenza di quindici scene di morte (non tutte le tele la presentano esplicitamente, eppure ogni quadro è, a suo modo, un memento mori ) è perturbante. Davanti ai dipinti è impossibile non provare annichilimento, amarezza, paura per ogni forma di violenza, passata e presente. E, infatti, quando, nel 1989, il ciclo viene esposto per la prima volta al Museum Haus Esters di Krefeld, suscita nel pubblico tedesco grande dissenso. Non rimane però in Germania a lungo, perché dopo un tour che lo porta in vari musei internazionali e un periodo di permanenza, come prestito a lungo termine, al Museum f r Moderne Kunst di Fran- coforte, nel 1995 viene acquisito dal MoMA di New York. Dal punto di vista formale, Richter torna, dopo tanto tempo, al bianco e nero delle sue foto-pitture degli anni Sessanta, confrontandosi, in questo caso, con il genere della pittura di storia. Ribadisce, inoltre, la compresenza della figurazione e dell astrazione nella sua pittura. Non solo accentuando la sfocatura delle tele figurative, ma convertendo tre dei dipinti, all inizio pensati come parte del ciclo, in Abstrakte Bilder (Dipinti astratti). «Tutte le immagini sono monotone, grigie, molto sfocate ed evanescenti , afferma commentando il ciclo. «Rappresentano l orrore e una rinuncia a rispondere difficile da sopportare, spiegare, definire . Nonostante la sensazione di fallimento, Richter è riuscito a superare il realismo narrativo della cronaca e a raggiungere la verità dell arte, facendo di 18. Oktober 1977 un opera unica nel suo genere. A fine Novecento si confronta con la pittura di storia ottocentesca e, in particolare, con esempi illustri come il Funerale a Ornans (1849-1850) di Gustave Courbet e il Torero morto (1864) di douard Manet, reggendo magistralmente la sfida. Ecco perché, secondo le parole di un altro artista, Richard Serra, «riesce a turbare alla maniera dell ultimo Rembrandt . 23