Nel 1441, alla corte estense di Ferrara, il marchese Niccolò III indisse una famosa competizione pittorica: è un vero e proprio giro di boa per il ritratto nel Rinascimento, nonostante i duellanti, Jacopo Bellini e Pisanello, fossero più legati agli stilemi del Gotico internazionale che alle novità spaziali toscane del secolo. Modello della gara fu Lionello d’Este (figlio di Niccolò), che posò di profilo per entrambi; il vincitore fu Bellini, che, secondo la testimonianza del notaio-umanista Ulisse degli Aleotti, «la sua vera effigie [di Lionello] feze viva ala sentencia del paterno amore onde lui [Jacopo Bellini] primo et poi il Pisan secondo». Paradossalmente il ritratto vincitore è andato perduto, mentre quello di Pisanello è una delle immagini-simbolo della corte estense già dal XV secolo (all’artista, noto per le sue medaglie, ne furono commissionate ben sei celebrative) grazie alla regalità imperiale dell’effigiato, fissato di profilo secondo la tradizione monetale della Roma antica, all’eleganza aristocratica dell’abito dalla perizia fiamminga e ai capelli “a scutella”, una zazzera di moda francese, probabilmente importata a Ferrara dalla corte dei duchi di Borgogna.
