Nel 1441, alla corte estense di Ferrara, il marchese Niccolò III indisse una famosa competizione pittorica: è un vero e proprio giro di boa per il ritratto nel Rinascimento, nonostante i duellanti, Jacopo Bellini e Pisanello, fossero più legati agli stilemi del Gotico internazionale che alle novità spaziali toscane del secolo. Modello della gara fu Lionello d’Este (figlio di Niccolò), che posò di profilo per entrambi; il vincitore fu Bellini, che, secondo la testimonianza del notaio-umanista Ulisse degli Aleotti, «la sua vera effigie [di Lionello] feze viva ala sentencia del paterno amore onde lui [Jacopo Bellini] primo et poi il Pisan secondo». Paradossalmente il ritratto vincitore è andato perduto, mentre quello di Pisanello è una delle immagini-simbolo della corte estense già dal XV secolo (all’artista, noto per le sue medaglie, ne furono commissionate ben sei celebrative) grazie alla regalità imperiale dell’effigiato, fissato di profilo secondo la tradizione monetale della Roma antica, all’eleganza aristocratica dell’abito dalla perizia fiamminga e ai capelli “a scutella”, una zazzera di moda francese, probabilmente importata a Ferrara dalla corte dei duchi di Borgogna.

Piero del Pollaiolo, Ritratto di dama (1470-1472 circa); Milano, Museo Poldi Pezzoli. Esaltata nella sua sagoma raffinata, l’anonima gentildonna è un vero e proprio emblema della nobiltà tardo-quattrocentesca. Si tratta dell’esito più riuscito in una serie di ritratti femminili di profilo del Pollaiolo, con ogni probabilità commissionati in occasione delle unioni matrimoniali delle effigiate. Obiettivo di questi ritratti è l’esaltazione del lignaggio delle dame, tutte caratterizzate da un’impassibile fermezza patrizia, ma anche di valori coniugali quali la purezza e la passione amorosa.
Piero del Pollaiolo, Ritratto di dama (1470-1472 circa); Milano, Museo Poldi Pezzoli. Esaltata nella sua sagoma raffinata, l’anonima gentildonna è un vero e proprio emblema della nobiltà tardo-quattrocentesca. Si tratta dell’esito più riuscito in una serie di ritratti femminili di profilo del Pollaiolo, con ogni probabilità commissionati in occasione delle unioni matrimoniali delle effigiate. Obiettivo di questi ritratti è l’esaltazione del lignaggio delle dame, tutte caratterizzate da un’impassibile fermezza patrizia, ma anche di valori coniugali quali la purezza e la passione amorosa.