Parlare dell’Internazionale situazionista significa innanzitutto rendersi conto che quella che per molte ragioni può - e deve - essere considerata l’ultima avanguardia del Novecento, nasce da un insieme di istanze varie e complesse che attraversano la prima metà di quel secolo e che si fondono, principalmente a opera del pensiero di Guy Debord, in una vera estetica della sovversione, nell’idea del superamento dell’arte verso una netta direzione politica.
Gli ultimi bagliori del surrealismo si fondono col radicalismo lettrista di Isidor Isou, e - più tardi - con l’Internazionale lettrista versione radicale operata dall’interno dal giovane Guy Debord. Ruolo chiave è rappresentato dal gruppo CoBrA e dal Laboratorio sperimentale di Alba con Pinot Gallizio, tutti però in balia della dittatoriale guida di Debord e dei suoi atteggiamenti autoritari. Nasceranno concetti e atteggiamenti nuovi come il “détournement”, la deriva, la “ricerca psicogeografica”, si tenterà di trasformare la vita in un’avventura continua, stimolante, passionale e creativa.
Con Debord tutto si dirigerà al politico nel tentativo di fare della rivoluzione il fatto estetico supremo.
