La rivista

Nel giugno del 1958, insieme alla seconda edizione del Rapport di Debord, uscì a Parigi il primo numero della rivista “Internationale Situationniste”. Questo bollettino era uno dei principali mezzi di propaganda e diffusione delle idee situazioniste; in una veste grafica nuovissima e significante (copertine metallizzate, a colori industriali) e in un’impaginazione agile, i testi, perlopiù collettivi, che comprendevano dichiarazioni, documenti, polemiche, notiziari delle loro attività, ed erano affiancati da inserti fotografici - “detournati” - rappresentanti degli elementi più cospicui e costitutivi del benessere borghese della società dello spettacolo: i fumetti, la pubblicità, i beni di consumo dall’automobile al sesso, la famiglia, il potere. I comics, quali mass media primari la cui emergenza dal confusionismo modernista era giudicata dall’Internazionale situazionista basilare perché la più diffusa, venivano “detournati” mediante la sostituzione, nei fumetti, di slogan situazionisti. Insieme ai comics, vi erano fotografie di assemblee del movimento, studi dell’Urbanisme Unitaire, manifesti ecc... Come in “Potlatch”, tutti i testi pubblicati sulla rivista “Internationale Situationniste” potevano essere liberamente riprodotti, tradotti e adattati senza alcuna indicazione d’origine.

Nel secondo numero della rivista, veniva invece inserito uno studio psicogeografico del quartiere delle Halles di Parigi, condotto da A. Khatib, di nazionalità algerina. Dal 1954 al 1962 in Algeria ci fu la guerra franco-algerina per l’indipendenza e la situazione in Francia per la comunità algerina non era facile, a causa anche del regolamento della polizia che vietava, dal settembre del 1958, la circolazione ai nordafricani dopo le 21.30. Nonostante queste difficoltà, il situazionista Khatib riuscì a stilare un rapporto del quartiere. Per il concetto di “dérive”, che si differenziava dall’”hasard” baudelairiana per la sua non casualità, egli studiò i flussi di persone, i siti di maggior e minor densità di persone e di eventi, i luoghi più disagiati, le disposizioni dei parchi ecc… Il tema dell’avventura era un nodo centrale nella poetica situazionista, il bisogno umano di agire e scoprire emergeva in molti dei campi della loro ricerca, dal gioco al nomadismo. Gli studi psicogeografici incarnavano così l’animo nomade, scopritore di questi artisti, in giro per la città a studiarla in base al loro sentire, identificando così i quartieri più tristi, le zone più vivaci e così via.


Interno del terzo numero di “Internationale Lettriste” (agosto 1953).


Copertina del primo numero di “Internationale Situationniste” (giugno 1958)