PREMESSA

L

eonardo ha passato a Milano anni cruciali della sua vita di artista, e le profonde tracce lasciate, soprattutto quelle indirette, ne sono testimonianza. Al suo primo arrivo in città, intorno al 1482, la scena artistica locale è già ben fissata in solidi principi molto distanti dai suoi, e occorreranno diversi anni prima che il suo linguaggio riesca a essere ascoltato fino in fondo. Si tenterà qui di illustrare sinteticamente i diversi modi e gradi di reazione degli artisti locali alle sue rivoluzionarie idee compositive e tecniche, ma anche di distinguere i diretti allievi (comunemente noti come i “leonardeschi”) da artisti non prettamente della sua cerchia che ne hanno a tratti subito il fascino. Non mancherà anche il confronto con grandi personalità artistiche che hanno proposto vie alternative altrettanto influenti, tanto da passare a Leonardo stesso alcuni di quei caratteri profondamente lombardi che sembrano permeare alcune delle sue opere eseguite a Milano. L’influenza di Leonardo verso i contemporanei è stata grande: echi delle sue idee sono giunti oltre che a Milano e naturalmente a Firenze (e a Venezia), anche nelle Fiandre, e persino in Spagna. In questa occasione, tuttavia, ci si limiterà ad analizzare i riverberi della sua presenza in Lombardia. Naturalmente i termini “Lombardia” e “lombardi” sono puramente convenzionali e moderni, e intendono indicare ciò che appartiene al territorio dello Stato di Milano ma anche, come vedremo, intendono caratterizzare dei tratti stilistici inconfondibili che gli artisti locali del tardo Quattrocento hanno formulato.


Bernardino dei Conti, Madonna col Bambino in piedi in un paesaggio (1494), particolare; Milano, San Pietro in Gessate.


Marco d’Oggiono, La Madonna tra san Giovanni Battista e santo Stefano (Polittico di Mezzana) (1512 circa), particolare; Milano, Museo diocesano.