7.06 RAM

(RUGGERO ALFREDO MICHAHELLES; FIRENZE 1898-1976) L’Ile de Cythère I 1933 olio su compensato; cm 40 x 50 firmato e datato in basso a destra «R. Micaelles 33» Amelia Michahelles

nel 1930, alla IV Mostra Regionale d’Arte Toscana, Ram presenta un gruppo di opere - dipinti, disegni, e una scultura - nelle quali si annuncia una vera e propria svolta della propria ricerca pittorica, caratterizzata per il decennio a venire, da una «particolare e personale esperienza “neometafisica”» (Ruggero Alfredo Michahelles 1997, p. 13). Proveniente da una agiata famiglia cosmopolita impiantata a Firenze dalla metà dell’Ottocento - il bisnonno materno era il famoso scultore americano Hiram Powers -, come il fratello maggiore Ernesto - in arte Thayaht - e la sorella minore Cristina, scultrice, Ram era cresciuto in un ambiente aggiornato e indipendente, da attento e intelligente autodidatta. Di casa a Parigi - dove il fratello aveva lavorato per Madeleine Vionnet - fino dai primi anni Venti, aveva frequentato gli atelier di Maurice Denis, di Otton Friesz, di Jacovleff, e conosciuto gli Italiens de Paris; soprattutto de Chirico, suo ospite frequente anche a Firenze. Dal 1930, nelle opere di Ram, si avvia dunque una sorta di «decantazione» visiva, che, sottraendo ogni residuo aneddotico, investe la struttura compositiva delle immagini e la fisicità stessa delle figure, mentre il colore si accende di una luce interna e pura, come accade nelle opere coeve di Magnelli, in questo periodo molto vicino a Ram. L’Ile de Cythère, esposta a Parigi nella personale alla galleria “Le Niveau” nel novembre del 1936, dimostra lo stato di grazia raggiunto in questa nuova stagione. De Chirico stesso la presenterà con un breve testo, inteso a riassumere le tappe poetiche dell’illuminazione metafisica: se essa può toccare la vita di ognuno, nella reazione particolare che le impressioni del mondo esterno, «dans certaines circonstances», provocano nell’individuo, è l’artista che possiede la chiave per materializzare questo mondo intimo. E nelle opere di Ram, attraverso «un jeu de couleurs et de formes architecturales, du rythme dans l’espace», dove anche «les sujects inanimés ont une vie à eux et deviennent des personnages», esso si palesa finalmente luminoso e persuasivo.
Susanna Ragionieri

Bibliografia De Chirico 1936; Ruggero Alfredo Michahelles 1997, p. 54, n. 19; Pratesi 2005, pp. 45-46.