1.17 ANTONIO DONGHI

(ROMA 1897-1963)
Donna al caffè 1931 olio su tela; cm 80 x 60 firmato e datato in basso a destra «Antonio Donghi 32» Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, inv. 899

emerso nella prima metà degli anni Venti nel clima romano del cosiddetto realismo magico, Donghi si fa conoscere da un pubblico più ampio a partire dalle due personali del 1924, allestite nella Sala Stuard di via Veneto e alla Casa d’Arte Bragaglia, quando la critica lo paragona a una versione meno cerebrale di Casorati, trionfante quell’anno alla Biennale di Venezia. Le sue tele statiche, metafi siche scene di genere che uniscono, con effetto straniante, minuzia analitica e astrazione sintetica (Alinovi 1980, p. 358), sembrano prender forma in quegli anni attraverso un aggiornamento figurativo sulle edizioni di “Valori Plastici”, da Derain al Doganiere Rousseau e a Seurat (Fagiolo dell’Arco-Rivosecchi 1990). Sulle tangenze olandesi di Donghi - che era in contatto con Vitale Bloch, specialista dell’argomento, e che avrebbe esplorato la pittura dei petits maîtres alla Biblioteca Hertziana, alla Galleria Doria Pamphilj e nel 1928 alla Mostra dei capolavori della pittura olandese allestita alla galleria Borghese - si è soffermato Fagiolo dell’Arco, chiamando in causa certe scelte iconografiche ricorrenti, dalla donna alla fi nestra ai pavimenti geometricamente sfuggenti, dal continuo gioco interno/esterno agli interni da «fi ammingo romanesco» (Ojetti 1935), popolati di figure inverosimili e compassate, saltimbanchi, cantanti, attricette e donne pallide, sino alle vedute di una «Roma puntuale e ovattata come Delft» (Fagiolo dell’Arco-Rivosecchi 1990, p. 13). Il quadro in mostra, acquistato alla Biennale del 1932, viene definito da Oppo «pulito come un rame in cucina» (Oppo 1932), mentre il binomio tra realismo e surreale immobilità è ben riassunto da Alberto Francini su “L’Italia Letteraria”: «E non tragga in inganno un tavol solitario e sparecchiato d’una Trattoria ostiense lungomare. Niente tragedia. Tra poco vi fumerà una zuppa di pesce odorosissima. E la Donna al caffè consumerà il suo gelato, così la Giovinetta troverà marito» (Francini 1932).

Mariella Milan

Bibliografia
Biennale 1932, n. 15; Oppo 1932; Quajotto 1933; L’Art italien 1935, n. 56; Sinisgalli 1942, tav. XV; Neue Sachlichkeit und Realismus 1977; La Metafisica 1980, p. 380; Donghi 1985, n. 29; Fagiolo dell’Arco-Rivosecchi 1990, pp. 90, 200-201, n. 85.