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l 18 agosto 1934, il quotidiano milanese “L’Ambrosiano” pubblicava un celebrato testo di Carlo Carrà, Il segreto professionale,
accompagnato dalla riproduzione dell’opera di Birolli I giocatori di polo, quasi a saldare l’esperienza della generazione precedente con
quella dei «pittori estremisti della giovane scuola lombarda» (Bonardi 1933). L’opera, dopo la pubblicazione, fu considerata
la meglio riuscita del Birolli dei primi anni Trenta per il «raggiunto equilibrio estetico» (Bonardi 1935). Il quadro
si caratterizzava per un formato imponente, per la ricerca di una «correlazione di ritmi nel moto» (Marchiori 1935b, p. 20) e di
riferimenti alla Battaglia di San Romano di Paolo Uccello. Questa nuova maniera di Birolli era debitrice, probabilmente, del fitto scambio
di relazioni con l’ambiente romano di Corrado Cagli, presenza assidua a Milano in quel 1933, presso la Galleria del Milione, la
Triennale e la redazione della rivista “Quadrante”. La proposta di questo nuovo sodalizio era di creare un’asse Milano-Roma per superare
il policentrismo dell’arte italiana e il “novecentismo”. Tuttavia il quadro, al richiamo delle sirene “primordiali”, arcaiche e
misteriche di Cagli, opponeva un progetto di creazione “fantastico e poetico”, “fiabesco”, saldamente ancorato a un complesso profilo di
riferimenti personali, letterari e anche di cronaca contemporanea. Il ritrovamento di una lettera scritta dall’amico veronese Lorenzo
Lorenzini del 29 ottobre 1933 (Archivio Birolli, Gabinetto G.P. Vieusseux di Firenze) fornisce l’indicazione di un terminus ante quem per
la datazione. Lorenzini ricorda l’opportunità di vedere nello studio di piazza Susa il «tuo ultimo quadro dei giocatori di polo (o di
Hockey)». Se poi fosse ipotizzabile identificare la fonte del soggetto - una scena sportiva inconsueta per la società e l’arte
italiana - in una fotografia pubblicata il 21 agosto del 1933 in “L’Ambrosiano”, dove Birolli lavorava come correttore di bozze,
avremmo anche un terminus post quem. Lo scatto, che riprendeva «una fase di gioco animatissima sui campi di polo», rammenta l’interesse
del pittore per istantanee di cronaca o riproduzioni di opere d’arte, collezionate nello studio e impiegate, talvolta, come suggerimenti
per la pittura.
Paolo Rusconi
Bibliografia
Marchiori 1935b, pp. 19-20; Podestà 1938; Bini 1941, pp. 22-23, 81; Biennale 1952, p. 158, n. 3; Marchiori 1963,
p. 56, n. 7; De Luca 1989, pp. 53, 142, n. 15.
