il dipinto Vite orizzontale, esposto alla Mostra Futurista di Aeropittori e Aeroscultori organizzata da
Marinetti nell’ambito della III Quadriennale di Roma nel 1939, è acquistato dal Governatorato e destinato alle collezioni capitoline,
insieme ad altre due aeropitture di Osvaldo Peruzzi (Aeropittura 1934) e Sante Monachesi (Sogno di motore 1938). Nell’occasione, a fronte
del centinaio esposte, solo tre opere futuriste entrano nelle collezioni civiche, ma è interessante notare come la scelta cada su
differenti interpretazioni dell’aeropittura da parte degli artisti. Alla dimensione lirica del soggetto restituita - pur secondo gli stili
proprî a ciascuno - da Peruzzi e Monachesi nelle rispettive opere, si contrappone la soluzione maggiormente illustrativa impiegata da
Crali in Vite orizzontale. Basata sulle esperienze di volo, anche acrobatico, da lui stesso compiute fra 1938 e 1939, la veduta di
città è resa attraverso una prospettiva aerea colta dalla carlinga del velivolo, complicata però dall’effetto ottico percettivo di
avvitamento dovuto alla manovra del pilota, che sembra trascinare verso l’alto il piano dell’abitato avvolgendolo intorno all’unica via
di percorrenza possibile per l’aereo, costituita da quel centrale spazio di cielo dove le nuvole si aprono lasciando filtrare squarci
di luce. La scelta di una visione “soggettiva” nel dipinto accentua la componente di coinvolgimento emotivo, nella pur puntuale
restituzione della distorsione prospettica, con un effetto amplificato dal calibrato rapporto di luci e ombre all’interno dell’opera. Per
Crali, «l’aeropittura dimostra come nel volo (lotta di uomini, macchine, elementi) si generi l’atmosfera più adatta a sviluppare ogni
più piccolo e nascosto sentimento» (Crali 1940, pp. 41-43).
Silvia Vacca
Bibliografia
Quadriennale 1939, p. 192, n. 34; Aeropittura. Crali 1940, n. 10; Biennale 1940, p. 185, n. 21; Bonasegale 2008,
p. 80; Futurismo 1909-2009 2009, n. 236; NAF. Cataloghi 2010.
