3.04 RENATO PARESCE

(CAROUGE 1886-PARIGI 1937) Statua 1929 olio su tela; cm 62 x 46 firmato e datato in basso a sinistra «René Paresce 29» Milano, Museo del Novecento, inv. 6003

fisico, pittore autodidatta e giornalista specializzato in politica estera - la firma «René» nasce dalla volontà di tenere separati questi ultimi due ambiti - nel 1928 Paresce, che a Parigi frequenta la cerchia degli artisti di Montparnasse e lavora al contempo come corrispondente per “La Stampa”, inaugura l’esperienza di gruppo degli Italiens de Paris. Il suo linguaggio maturo, messo a punto nella seconda metà del decennio, si applica a paesaggi cosmici e atemporali, composizioni fantastiche e marine d’invenzione che, tradotti sulla tela in tonalità smorzate e innaturali e impasti cromatici con tramature a canestro, si dispiegano in uno spazio mentale e scenografi co. Suggestioni metafisiche si fondono con la nostalgia per una classicità di repertorio i cui lemmi ricorrenti, spesso usati in senso decorativo, sono frammenti di statue, arcate cieche, scale di pietra, muri sconnessi e quinte architettoniche sospese nel vuoto. Statua, la cui figura monca torna in parecchie composizioni analoghe, riproposte con sottili varianti intorno al 1930, ben rappresenta la produzione di Paresce a questa data. Esposta insieme ad altre cinque tele al Salon parigino dei Surin dépendants nell’ottobre-novembre 1930, nel 1937 viene acquistata dalle Civiche Raccolte d’Arte di Milano presso la Galleria del Milione. In un secondo tempo s’aggiungono al repertorio iconografico della pittura di Paresce altri elementi - scie luminose, orbite stellari, tronchi d’albero, fari, navi, tende mosse dal vento e donne manichino - amplificando l’ambiguità tra interni ed esterni. La realtà - scrive l’artista sul “Bollettino” del Milione in occasione della personale milanese del 1933 - è una disgrazia inevitabile, che «va messa da parte, ignorata se possibile, o abbandonata senza rimpianti a scienziati e fotografi» (Paresce 1933); «siccome la fantasia per un pittore - aggiunge nel 1935 - consiste nel creare nuove forme e nuovi colori, io fo mari del color che mi piace e case senza camere e senza tetto» (Mazza 1946, p. 12).
Mariella Milan

Bibliografia
Surin dépendants 1931, n. 367; Nicodemi-Bezzola 19351939, tav. 2860; Caramel-Pirovano 1973, p. 53, n. 906, tav. 893; Paresce 1992, n. 19; Les Italiens de Paris 1998, n. 55, p. 194.