negli anni della Repubblica di Weimar, Grosz ha rappresentato il proprio tempo, in pittura e nella grafica, sia attraverso complesse
visioni d’insieme evocatrici di comportamenti collettivi, sia in prospettive ravvicinate, mirate su individui singoli e fatti specifici
nei quali l’orrore di una realtà più generale si condensa e amplifica. Quando realizza questa scena agghiacciante
“dopo l’interrogatorio”, riconducibile alla seconda tipologia, la “cultura di Weimar” ha da tempo cominciato a essere aggredita e
dispersa dal nazismo: lui stesso è da due anni negli Stati Uniti - dove rimarrà sino al 1959, anno del ritorno a Berlino e della morte -
mentre in patria sue opere storiche, esposte in fondamentali “stazioni del moderno” come la Prima Fiera Dada di Berlino (1920) e la
mostra della Nuova Oggettività di Mannheim (1925), e acquisite da musei pubblici, sono sequestrate d’imperio, finendo in parte
perdute o distrutte. Questo acquarello “americano” rappresenta, senza che si veda alcun essere umano “intero”, una scena del
crimine, dove a parlare sono soltanto le cose rimaste: uno sgabello rovesciato, macchie di sangue dappertutto, dei
pantaloni strappati, mentre un paio di poliziotti se ne va dopo aver eseguito gli ordini, col manganello ancora in
mano. Coerentemente con un filone tematico delineatosi dagli anni della Grande Guerra in avanti, anche qui Grosz mette in scena una
condizione umana segnata dall’alterazione assoluta del ragionevole, da una follia - dei singoli e della collettività - che cresce
nutrendosi di mostruosità quotidiane. Al suo tipico stile “duro come il coltello” Grosz era arrivato attraverso la contaminazione di
modelli nobili (Rubens su tutti) e triviali, come i graffiti popolari, infantili e pornografici. E lo applica, come ancora in questo
caso, secondo le modalità narrative della grande illustrazione di tradizione ottocentesca, caratterizzata dalla capacità di
cogliere e mettere a fuoco particolari in grado di far scattare il significato della scena rappresentata; e di ampliarlo a una
dimensione più generale.
Antonello Negri
Bibliografia
Grosz 2007, p. 198, n. 278.
5.01 GEORGE GROSZ
(BERLINO 1893-1959) Dopo l’interrogatorio [Nach der Befragung] 1935 acquerello, pennino di bambù e penna su carta; cm 47 x 61,2 New York, Dr. and Mrs. Jerome and Elizabeth Levy