Le emozioni sono reazioni involontarie alle situazioni. Potresti vedere il tuo partner scherzare felicemente con qualcun altro: se nella vostra
relazione c’è già qualche problemuccio, sentirai molto probabilmente delle fitte di gelosia. Oppure, il tuo vicino di casa potrebbe iniziare a
costruire un capanno in giardino, alle 7 della domenica mattina, e tu potresti provare fastidio per il rumore. Spesso le emozioni sono sproporzionate
rispetto a ciò che le ha provocate: a livello razionale, sai bene che quelle fitte di gelosia sono del tutto infondate e che non c’è alcun motivo di
preoccuparsi. Le emozioni inoltre rimangono, talvolta, anche molto tempo dopo che ciò che le ha prodotte non c’è più: il solo pensiero del vicino che
invade la tua domenica mattina può scatenare un’ondata di crescente rabbia anche a distanza di un giorno.
Ritrovare il centro
Puoi anche cercare di respingere le emozioni o di fuggire: questo può darti un sollievo temporaneo, ma difficilmente può aiutarti nel lungo termine.
Oppure puoi decidere di affogare le emozioni lasciandoti andare all’alcol, al cibo o alla droga: una reazione non solo inefficace ma anche dannosa.
Tutte queste forme di evasione creano soltanto sofferenza e ci impediscono di vivere appieno. La mindfulness ti dà un’alternativa all’evasione:
l’accettazione (vedi box, a sinistra). Solo così puoi riconoscere l’emozione e abbracciarla senza giudizio. Nella meditazione basata sull’attenzione
al respiro, quando le emozioni affiorano tu stai con loro, così come stai con i pensieri (vedi pagg. 100-101): ti poni al di fuori, li osservi, per
poi dirigere di nuovo l’attenzione sull’oggetto della concentrazione.