COSA C’È CHE NON VA? LASCIARE ANDARE IL GIUDIZIO Quando sei in modalità “fare”, nel tuo quotidiano, la mente giudica le cose come buone o cattive, giuste o sbagliate, importanti o non importanti, urgenti o non urgenti e così via. In modalità “essere”, come durante una meditazione mindfulness, i giudizi di questo tipo sono sospesi. Spesso ci risulta difficile accettare ciò che ci passa per la testa. Diamo un’occhiata a questo semplice esempio. Immagina di provare del risentimento nei confronti di un amico che ha avuto un sacco di riconoscimenti professionali. Il risentimento è un’emozione sgradevole da provare, non solo in quanto tale, ma anche perché non ti piace provarla. Sai che la forte invidia che senti non ti appartiene: il risultato è che non ti piaci in questa veste. È probabile che questo schema emotivo negativo ti sia familiare: è il circolo vizioso dello star male perché si sta male. Potresti averlo sperimentato anche con l’ansia: essere ansioso ti fa sentire che non puoi farcela, il che ti porta ad aumentare l’ansia. Allo stesso modo, sentirti depresso rischia di deprimerti ancora di più. Meditazione e osservazione Nella meditazione mindfulness, osservi tutto ciò che vivi nel presente senza giudizio. Se riesci a farlo, inizierai a dissolvere il circolo vizioso e distruttivo del giudizio verso te stesso. L’attitudine che coltivi attraverso la consapevolezza è l’accettazione: guardi e riconosci la tua invidia e il tuo risentimento, ma non ti rimproveri per il fatto di provarli. Con la meditazione hai scelto di entrare in una zona di non giudizio. Il tuo ruolo, quindi, è di guardare con compassione a chi mostra risentimento, come fosse un amico amato: il tuo sé problematico osservato dal tuo sé meditativo. Il semplice osservare ti permette di riconoscere come e dove si manifestano invidia e risentimento. È puramente mentale o provi anche sensazioni fisiche? Senti tensione muscolare? Se sì, dove? Il tuo cuore batte più velocemente o ti senti accaldato e arrossato? Oppure stai sperimentando l’invidia come un modo per sostenere, nella tua mente, un copione che pensi ti appartenga ? Osserva ora come le emozioni si ripercuotono sul tuo corpo e come questo reagisce; concentrarti sul corpo ti aiuta a non pensare all’emozione: non chiederti perché, ma cosa. Qual è la mia esperienza del sentimento in questo momento? Qual è il mio rapporto con questo sentimento? Provo disagio? In questo processo meditativo non ci stiamo difendendo, ci stiamo prendendo cura di noi. Come dimostriamo la cura? Semplicemente rimanendo sull’esperienza presente. Ci stiamo regalando la nostra consapevole attenzione. Va tutto bene Se guardiamo alle nostre emozioni con uno spirito di amichevole curiosità, sarà molto più facile sviluppare l’accettazione. Se pensi che possa aiutarti, puoi dire “OK” a te stesso: un’estrema sintesi che sta per “Va bene se mi sento così”. Un’altra idea può essere quella di coltivare una sorta di sorriso interiore: un’espressione di disteso calore. In questo modo sostituisci l’avversione che provi nei confronti di una sensazione spiacevole con una risposta più costruttiva, non più innescata dalla reazione a catena del disagio. Sappiamo che l’invidia non ci appartiene, e questo ci fa soffrire. IL CIRCOLO VIZIOSO DEL GIUDIZIO Le emozioni negative fanno parte della psiche umana e spesso si alimentano in un circolo vizioso di giudizi (sotto). Accogliendo consapevolmente le emozioni con gentilezza, possiamo spezzare il circolo vizioso dello star male perché si sta male. PROSPETTIVA Ricorda cosa senti, e che tu non sei quel che senti.