Da duemila anni sappiamo che la meditazione può dare enormi benefici psicologici, ma solo negli ultimi decenni la tecnologia moderna è riuscita a far
luce sui suoi meccanismi neurologici. Per studiare gli effetti della meditazione mindfulness sul cervello, gli scienziati ne hanno misurato gli
impulsi elettrici e osservato le aree che vengono attivate. Una scoperta chiave è che mentre meditiamo, il nostro cervello elabora le informazioni
meno energicamente del solito. Oltre a questo cambiamento a breve termine, la meditazione “riprogetta” finemente il cervello, indebolendo alcune
connessioni neuronali e rafforzandone altre, e influenzando le aree associate al senso del sé, all’empatia e allo stress. La scienza conferma ciò che
molti già conoscono avendo sperimentato la meditazione: chi medita tende a prendere le cose in maniera meno personale, a essere meno reattivo al senso
di minaccia, ai pericoli e ai disagi, e in generale a essere meno incline ad agire sotto la spinta di impulsi primari. Le modificazioni che avvengono
durante la meditazione non solo influiscono sulla nostra risposta alle sensazioni e alle emozioni, ma anche sul modo in cui vediamo gli altri: con
maggior empatia e compassione. Alcune delle modificazioni cerebrali più importanti sono mostrate in forma semplificata nel box qui sotto.