Mani sudate, stomaco in subbuglio, cuore che batte all’impazzata... poi ti accorgi di dire cose che non volevi davvero dire, perché la tua mente non
ha il pieno controllo delle parole. Un colloquio di lavoro può essere estenuante. A volte sembra un sadico esperimento per scovare tutti i peggiori
pensieri e dubbi che hai su di te: chi sei, cosa vuoi e che cosa hai da dare (sempre che qualcuno sia così sciocco da volerlo). Se questa è l’immagine
che hai di un colloquio, probabilmente si avvererà, visto che la paura che hai di quella prova può sabotare la tua prestazione. Quella paura può
nascondere un universo intero di fattori, la maggior parte dei quali ruotano attorno a ciò che ti aspetti da te stesso.
Cosa può andare storto?
Se vuoi ardentemente quel posto di lavoro, il modo in cui ti presenti al colloquio può essere venato di disperazione. Per esempio, se non ti piace il
tuo attuale lavoro, potresti anche, senza volerlo, lamentarti del tuo datore di lavoro: questo è uno scenario piuttosto comune, che non ti farà
guadagnare punti agli occhi di chi ti ascolta. Alla domanda sui tuoi obiettivi, potresti iniziare a sciorinare sciocchezze senza senso sul fatto di
voler fare la differenza. E interrogato sulle tue debolezze, potresti elencare solo quelle che secondo te possono sembrare punti di forza, per esempio
la tua eccessiva meticolosità. Se uno o più di uno di questi scenari ti suona familiare, probabilmente ne hai già avuto esperienza.