Può succedere che mentre fai colazione con la tua famiglia, sorga, tra una conversazione e l’altra, il pensiero di cosa ti riserverà la giornata:
inizi a immaginare varie situazioni e a chiederti come andranno; sarai fiducioso per alcune, ansioso per altre; altre ancora ti troveranno del tutto
neutrale: devi solo ricordare a te stesso di prenderti il tempo per una commissione o occuparti di una questione lavorativa. Nel frattempo ti stai
dedicando a tuo figlio o al tuo partner. E mentre chiacchieri ti viene in mente qualcos’altro da fare.
Colazione in modalità “fare”
Durante la colazione, hai compiuto delle azioni e contemporaneamente hai pensato, ma gran parte di quei pensieri erano irrequieti. La tua mente era in
modalità “fare”, sollecitata dal susseguirsi di pensieri, di cose da tenere a mente, di desideri e preoccupazioni. Immagina ora un altro scenario. La
tua famiglia è via e ti stai godendo una mini vacanza da solo a casa. Avendo del tempo tutto per te, ti gusti la tua colazione leggendo il giornale.
Più tardi ti dedicherai al giardinaggio. Nel bel mezzo dell’articolo, la tua mente inizia senza ragione a rimuginare sul lavoro: come se la caveranno
senza di te? Avrai sbagliato a dire alla tua segretaria che stai diventando insoddisfatto in azienda? Lo dirà a qualcuno? Poi decidi di aver passato
fin troppo tempo a pensare al lavoro: dopotutto, ti sei preso una pausa per rilassarti. Peccato siano solo tre giorni. O sono quattro? Poi decidi di
andare al vivaio per acquistare qualche pianta per quella zona in ombra del giardino. Cosa può crescere lì?