COMUNICARE CON GLI ALTRI UNA BUONA COMUNICAZIONE Il dialogo ideale dovrebbe muoversi tra il reciproco dare e avere. Talvolta la nostra mente errante fa affiorare un ricordo o un’associazione di idee, che di fatto stimolano la conversazione. Ma se la mente vaga troppo, il confine tra i due può confondersi. Una buona conversazione a due, al pari di una partita di tennis, è un’alternanza tra le parti. Gli attori del dialogo passano continuamente dall’ascoltare al parlare, in un flusso ininterrotto di confronto reciproco. Un vuoto di attenzione in uno dei due può indebolire o far vacillare il flusso, spezzando il contatto momentaneamente. L’ansia di uno o di entrambi può anche interrompere del tutto quel flusso spingendo uno dei due a spostare l’attenzione verso i propri pensieri anziché verso l’interlocutore. Abilità ed empatia Sentiamo spesso dire che saper conversare è un’abilità. Certamente può migliorare con la pratica, perché le espressioni che usiamo per mettere insieme le idee arrivano con maggiore facilità. Ascolta per esempio l’intervista a un politico affermato alla TV o alla radio: il suo modo di intessere le parole senza soluzione di continuità dipende in gran parte dalla sua sicurezza, forse anche da un certo grado di preparazione, ma soprattutto dall’allenamento. Tuttavia, pensare a una conversazione come a un esercizio di abilità significa sottovalutare uno dei beni più preziosi che abbiamo: la relazione con gli altri. In una conversazione veramente attiva, diamo e riceviamo in uno scambio reciproco il cui fulcro è essere insieme, nel momento presente (il “con” di “conversazione”, in latino significa “insieme”). Se ci allontaniamo, permettendo alla nostra mente di vagare, non siamo veramente nel qui e ora: non stiamo conversando ma solo parlando. Pensare e parlare Capita sp esso di scegliere stili comunicativi diversi a seconda delle situazioni, dalle chiacchiere veloci e libere di quando facciamo colazione a conversazioni più lente e ponderate di quando esprimiamo con precisione e cura fatti e pensieri. È nelle conversazioni più misurate che abbiamo più probabilità di incontrare delle difficoltà, poiché sono quelle in cui affrontiamo questioni più significative. Parlare con estranei, con semplici conoscenti o con persone autorevoli, può determinare molte forme di ansia, come sentirsi inferiori o svantaggiati, temere il giudizio dei più “competenti”, o semplicemente non sapere cosa dire quando usciamo dal nostro ambiente sicuro. All’estremo opposto, nelle conversazioni con gli amici più intimi, con i familiari o con il partner, possono riaffacciarsi in un baleno vecchi meccanismi di colpa o risentimento, e mandare in fumo ogni nostro progresso comunicativo. Nelle conversazioni più difficili, prenditi il tempo di cui hai bisogno per stabilire cosa vuoi dire e per trovare il modo migliore per farlo. È importante che fra te il tuo interlocutore si crei un’apertura, attraverso cui far passare vissuti e sensazioni. Se hai molto da dire, non provare a far passare tutto attraverso un’apertura troppo stretta, altrimenti le cose rimarranno compresse e senza ordine. Sii empatico: il tuo intento di comprendere il punto di vista degli altri verrà percepito e ricambiato. CONVERSAZIONI DI QUALITÀ Una buona conversazione è quella in cui si è presenti con consapevolezza, prestando attenzione alla relazione e a ciò che viene detto. : concentrati su ciò che viene detto e ignora tutto ciò che non fa parte del dialogo. Leggi il linguaggio del corpo, ma non soffermarti sui vestiti o sull’acconciatura. Non esprimere giudizi Mentre ascolti l’altro, : ascolta, assorbi e osserva ciò che questo ti suscita. non pensare a ciò che dirai dopo : se lo ritieni indispensabile, chiedi il permesso di interrompere il discorso. Non parlare sopra : la buona comunicazione è naturale e salutare. Assapora l’incontro e godi dell’apertura e della scoperta. Godi di questa occasione di arricchimento LA STESSA PERSONA, DUE CONVERSAZIONI Parlare con qualcuno rimanendo pienamente nel presente è un’esperienza essenziale e nutriente. Ma anche le persone più sicure di sé ed estroverse talvolta possono non riuscire a dare tutta la loro attenzione. Di seguito riportiamo due diversi stati mentali. Uno descrive l’attitudine di una persona impegnata in una conversazione che funziona; l’altro, lo stesso soggetto in una situazione diversa, dove per qualche ragione non riesce a esprimersi in modo naturale. CONSAPEVOLE INCONSAPEVOLE Calmo, rilassato. Ansioso. Mentalmente lucido. Confuso. Distaccato dalle emozioni. In preda all’emozione. Attento. Sconnesso. RAGIONI POSSIBILI Ha dialogato con una persona che apprezza. Ha dialogato con uno sconosciuto o con qualcuno che non apprezza. Ha dialogato con una persona con cui è piacevole parlare. Ha dialogato con una persona impegnativa. Ha avuto una buona giornata. Ha avuto una pessima giornata. Si sente sveglio. Si sente stanco. Si sente contento. Si sente infelice. È una persona semplice e divertente. È una persona complicata e sgradevole.