GESTISCI IL FALLIMENTO CAMBIARE PROSPETTIVA Non importa quanto talento tu possieda e quanto tu possa provarci: a tutti capita di fallire. Se non corri dei rischi e non sbagli, forse non stai facendo tutto ciò che è in tuo potere per arrivare al successo. Puntare in alto significa inevitabilmente correre il rischio di non essere all’altezza. Nessuno raggiunge la cima al primo tentativo, ma pur essendone consapevoli, ogni volta proviamo imbarazzo, dispiacere e frustrazione. È possibile avere tali sentimenti e imparare dagli errori commessi? Com’è il bicchiere? Tutti conosciamo il paradigma del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: gli psicologi lo definiscono rispettivamente “frame positivo” e “frame negativo”. Il fatto è che noi esseri umani tendiamo a prestare più attenzione alle informazioni negative che a quelle positive. La psicologa Alison Ledgerwood ha scoperto che vedere il lato positivo richiede al nostro cervello uno sforzo superiore (vedi “Calcolare i costi” a destra). Inoltre è più facile passare da un frame positivo a uno negativo che viceversa. Per confermare la sua teoria, Ledgerwood ha fornito a due gruppi di volontari la stessa informazione relativa alla riuscita di un’operazione chirurgica, formulandola però in maniera diversa: il primo gruppo sapeva che aveva una possibilità di successo del 70%, mentre il secondo una di errore del 30%. Come puoi immaginare, i primi ne hanno dato un giudizio positivo e i secondi uno negativo. Ma quando è stato chiesto loro di considerare le percentuali al contrario le risposte sono state differenti. Il primo gruppo, pensando che il 70% di riuscita significasse il 30% di fallimento, ha valutato negativamente l’operazione. Il secondo è invece rimasto saldo sulla propria opinione iniziale. Insomma, a detta di Ledgerwood, dovremmo sforzarci di prestare più attenzione alle esperienze positive e scacciare inutili pensieri negativi. Accetta la fragilità Magari ai tuoi occhi le persone di successo appaiono come dei tipi tosti, ma secondo la ricercatrice Brené Brown è esattamente l’opposto: per vivere una vita appagante dobbiamo accettarci per quello che siamo, con le nostre fragilità. Tutti temono di non essere abbastanza e di venire rifiutati. Dopo sei anni e migliaia di colloqui, Brown ha scoperto che le persone più felici e di successo sono quelle “sincere”, in grado cioè di accettare la vulnerabilità come parte integrante della vita stessa. Dato che i nostri cervelli sono fatti per processare meglio le sconfitte delle vittorie, a volte è difficile vedere i fallimenti come delle occasioni. Ma a quanto sostiene Brown, la fragilità è alla base dell’innovazione e della creatività: se non corriamo il rischio di sembrare stupidi, non cambierà mai niente. Dobbiamo, quindi, trovare il “coraggio di essere imperfetti” e accettarci, poiché nonostante le cadute siamo degni di amore, riconoscimento e successo. CALCOLARE I COSTI In un suo esperimento, la psicologa Alison Ledgerwood ha chiesto a dei volontari di immaginare 600 persone affette da una stessa malattia. Coloro ai quali aveva posto la domanda “Se 100 persone si salvano, quante ne muoiono?” hanno impiegato in media 7 secondi a rispondere. Chi invece ha risposto alla domanda “Se 100 persone muoiono, quante se ne salvano?” ci ha messo ben 11 secondi. Ciò avalla la tesi per cui siamo più inclini ai frame negativi, e quindi alle brutte notizie, che a quelli positivi. INSENSIBILITÀ SCOMODA La ricercatrice Brené Brown sostiene che, per evitare di sentirci fragili, spesso anestetizziamo le nostre emozioni: sfortunatamente ciò non incide solo su quelle che vogliamo eliminare, ma crea un circolo vizioso negativo - come mostrato qui sotto. Vivere i momenti brutti significa riuscire a godere di quelli belli. Vogliamo evitare le emozioni negative Anestetizziamo le emozioni Non proviamo gioia Ci sentiamo infelici L’infelicità ci fa sentire fragili