Qualunque gruppo prima o poi vive momenti di conflitto, calo di motivazione o coesione interna.
Ma come si evitano questi problemi senza precludersi chance di successo?
Un buon piano
Un progetto ben pianificato ha maggiori possibilità di riuscita. Logico, dirai, ma anche uno studio del 2013, condotto in Australia e nelle Fiji,
lo sostiene: anticipare i potenziali rischi è molto utile (vedi a destra “Tipi di rischio”). Realizzare un buon piano ha almeno due
benefici:
■ In caso di rischio elevato, garantisce di portare a termine il progetto in tempo e senza sforare il budget.
■ In caso di rischio moderato, garantisce maggiori possibilità di successo, quindi di ottenere un buon risultato.
Per rispettare un piano, però, occorrono motivazione e collaborazione, ecco perché possedere delle solide capacità manageriali è tanto
importante.
La domanda cruciale
Molti studi dimostrano che per mantenere insieme una squadra è fondamentale saper rispondere alla domanda “Perché lo stai facendo?”. Non conoscere
la risposta può essere frustrante e mandare in confusione il team, che tenderà a perdere la concentrazione e innescare il conflitto. Le ragioni per
cui non sempre ce lo chiediamo sono numerose. Una ricerca del MIT svolta nel 2013 imputa la causa alla propensione all’azione (la tendenza a
mettersi all’opera prima di aver analizzato il quadro d’insieme) e a cercare soluzioni già note (l’associazione a esperienze del passato esclude
l’unicità della situazione presente). A tale proposito i ricercatori del MIT consigliano di porti le seguenti domande:
■ Qual è il problema principale?
■ Così facendo sarò in grado di risolvere la questione?
■ Quante e quali sono le cause potenziali? Abbiamo davvero una visione d’insieme?
■ Siamo tutti d’accordo sulle ragioni di questo progetto?
■ Abbiamo discusso con franchezza e sollevato tutte le problematiche irrisolte?
■ Siamo ancora in carreggiata o stiamo perdendo la rotta?
Così i conflitti personali vanno in secondo piano e le informazioni vengono condivise.