Da cosa deriva la nostra capacità di creare e di rievocare ricordi?
La spiegazione più plausibile è che si sia evoluta, non tanto per farci rivivere il passato, quanto per permetterci di reagire nel presente e di
predire il futuro.
Ciò è molto utile se stai cercando di migliorare la tua memoria, ma anche per gestire in maniera diversa le aspettative.
Pensa al contesto
Hai bisogno di ricordarti qualcosa? Gli studi dimostrano che la nostra memoria è adattativa, cioè che è programmata per adeguarsi il più possibile
all’ambiente in cui ci troviamo. Una ricerca del 2007 (vedi accanto “Istinto di sopravvivenza”) ha constatato che le idee associate alla sopravvivenza
sono più facili da ricordare, quindi se vuoi potenziare la memoria di qualcosa, prova a figurartelo in quel determinato contesto. Bada di non
esagerare e di non andare nel panico: si tratta solo di una scena immaginaria legata a una sopravvivenza “positiva”, come farsi degli alleati o
attirare un potenziale partner.
Non sottovalutare le cose positive
La memoria può aiutarci, certo, ma anche danneggiarci. La ricerca rileva che siamo tutti soggetti all’effetto di “negazione della durata” o duration
neglect, capace di indurre in noi pensieri negativi.
Gli psicologi Daniel Kahneman e Jason Riis lo spiegano così: un appassionato di musica ascolta un disco che gli piace, ma verso la fine la
registrazione è rovinata. Dirà quindi che è stata una brutta esperienza, quando in realtà è solo il ricordo a esserlo: di fatto ha ascoltato il disco
per oltre un’ora senza intoppi.
Ciò accade perché tendiamo a valutare il ricordo delle esperienze fatte in base al momento più drammatico o alla loro fine, secondo la regola chiamata
“peak-end” (picco finale). Quando cerchi di motivarti, fai attenzione a non dare troppo peso ai brutti momenti solo perché sono stati intensi. Non
farti scoraggiare: un fallimento non cancella mesi o addirittura anni di successi. Se non ti fossilizzerai sui ricordi negativi ti sentirai più sicuro
di te.