Siamo animali sociali e in quanto tali ci accorgiamo dell’umore degli altri. Non si tratta solo della capacità di dire se qualcuno è felice o triste,
ma di avvertire l’eco delle emozioni altrui nell’inconscio.
Umore sul posto di lavoro
Tale eco è nota con il nome di “contagio emotivo” e condiziona il modo in cui gli altri si interfacciano a noi. Uno studio cinese del 2011 ha assunto
degli attori per interpretare il ruolo di cameriere in un ristorante.
Alcuni dovevano seguire un copione “positivo” - avevano appena ricevuto un aumento - e altri uno “negativo”- avevano problemi con il caposala.
Di fronte allo stesso servizio scadente, i clienti si sono mostrati più tolleranti verso i camerieri di buon umore. Tutti preferiscono la compagnia di
qualcuno felice, di cui sono più propensi a perdonare gli errori.
L’effetto alone
Questo effetto consiste nel trarre conclusioni sul comportamento altrui a partire da una limitata serie di informazioni. Quando qualcuno ci fa una
buona impressione, ci sembra avvolto da un alone che si espande su tutto il resto. Uno studio americano del 1994 conferma che essere di buon umore al
lavoro può procurarti degli apprezzamenti e addirittura un salario più alto. Chi è felice e affettuoso non solo sembra competente, ma pure affidabile,
e questo giova al suo successo.