I legami all’interno della tua comunità possono essere un grande sostegno. Ma quando si tratta di fare network, preferisci muoverti in base ai
sentimenti che provi per gli altri o a ciò che possono fare per te?
Uno studio americano del 2008 ha notato che alcuni di noi si basano sugli affetti (affect-based), cioè si lasciano guidare dai sentimenti,
dall’empatia, dalle relazioni e dall’apertura verso gli altri. Chi è orientato da una mentalità cognitiva (cognition-led) si affida invece a
un calcolo razionale, per cui preferisce avere intorno persone che possano apportargli particolari benefici, come una consulenza professionale.
Insomma, alcuni danno più valore alla cordialità che a un aiuto concreto, e viceversa.
Quando sei in compagnia di colleghi e amici è bene saper distinguere.
La forza dei legami deboli
Con “legami deboli” ci si riferisce alle persone che non vediamo spesso, ma con cui siamo in buoni rapporti, come gli amici di amici, alcuni colleghi
o vecchi collaboratori. Tutti contatti che vale la pena coltivare: il sociologo Mark Granovetter ha scoperto che la maggior parte di noi trova lavoro
attraverso semplici conoscenti, perché le nostre cerchie sociali non coincidono e questo ci porta a incontrare nuove persone e occasioni: chi non ha
troppa influenza sulle tue prospettive ora potrebbe averne in futuro.