ESPANDI IL TUO NETWORK I VANTAGGI DI UNA RETE DIVERSIFICATA Fare rete paga sempre. Immagina di costruire una comunità di persone su cui fare affidamento, da cui imparare e con cui condividere idee nell’arco degli anni. Tutto sta nel coltivare relazioni con una vasta gamma di professionisti. I legami all’interno della tua comunità possono essere un grande sostegno. Ma quando si tratta di fare network, preferisci muoverti in base ai sentimenti che provi per gli altri o a ciò che possono fare per te? Uno studio americano del 2008 ha notato che alcuni di noi si basano sugli affetti ( ), cioè si lasciano guidare dai sentimenti, dall’empatia, dalle relazioni e dall’apertura verso gli altri. Chi è orientato da una mentalità cognitiva ( ) si affida invece a un calcolo razionale, per cui preferisce avere intorno persone che possano apportargli particolari benefici, come una consulenza professionale. Insomma, alcuni danno più valore alla cordialità che a un aiuto concreto, e viceversa. affect-based cognition-led Quando sei in compagnia di colleghi e amici è bene saper distinguere. La forza dei legami deboli Con “legami deboli” ci si riferisce alle persone che non vediamo spesso, ma con cui siamo in buoni rapporti, come gli amici di amici, alcuni colleghi o vecchi collaboratori. Tutti contatti che vale la pena coltivare: il sociologo Mark Granovetter ha scoperto che la maggior parte di noi trova lavoro attraverso semplici conoscenti, perché le nostre cerchie sociali non coincidono e questo ci porta a incontrare nuove persone e occasioni: chi non ha troppa influenza sulle tue prospettive ora potrebbe averne in futuro. AFFIATATO O DISTANTE Uno studio italo-americano del 2004, analizzando le dinamiche di vari gruppi all’interno dell’industria televisiva italiana - settore che richiede una buona dose di creatività ed esperienza - per capire quale fosse il più funzionale, ha scoperto che per quanto riguarda portare a termine un compito i team moderatamente affiatati sono meno produttivi, poiché, pur essendo gli individui vicini, non lo sono abbastanza da avere una profonda comprensione reciproca. Basso livello di vicinanza ■ Varietà ■ Innovazione ■ Intraprendenza ■ Libertà di non essere d’accordo Moderato livello di vicinanza ■ Mancanza di idee nuove ■ Creatività stagnante ■ “Groupthink” (pensiero di gruppo) ■ Bassa produttività Alto livello di vicinanza ■ Fiducia ■ Sostegno reciproco ■ Rinforzo delle buone abitudini OFFRIRE CONTATTI L’imprenditore californiano Adam Rifkin sostiene che la maggior parte di noi, invece di sentirsi davvero parte di una comunità, immagina la propria rete di conoscenze come i raggi di una bicicletta con se stessi al centro: mettere in contatto le persone non pregiudica la nostra centralità, anche quando non siamo particolarmente legati a loro. Questo permette di ampliare e di accrescere le dimensioni del nostro network: aiutare gli altri fa bene anche a noi. FARE RETE Per riuscire a crearsi una rete di contatti a un evento, il consulente aziendale Ken Morse consiglia di: Informati su chi sarà presente e controlla se conosci qualcuno che potrebbe farti da tramite. 1 Fare i compiti per casa. È il tuo “elevator pitch”: racconta alle persone cosa hai da offrire in una o due frasi. 2 Preparati un discorso. È un ottimo modo per incontrare gli organizzatori. 3 Arriva presto. Prendi l’iniziativa e presentati agli altri. 4 Mostrati sicuro di te. Preferisci il buffet al bar: il cibo rende le persone più socievoli. 5 Stai vicino al tavolo del buffet. Di solito il pubblico si ammassa intorno a loro subito alla fine, per cui catturarne l’attenzione è più difficile. 6 Presentati agli oratori prima dell’intervento. Se conosci qualcuno che gode di buona credibilità (vedi pp. 200-201) essere presentato da lui ti metterà in buona luce. 7 Fatti introdurre. Fai domande. Alle persone piace condividere le loro opinioni e prospettive: ascoltale e tieni accesa la conversazione. 8 Concentrati sugli altri.