LE CAPACITÀ DI ASCOLTO COME ENTRARE IN SINTONIA CON GLI ALTRI Tutti quanti sappiamo quanto sia importante imparare dagli altri, ma ascoltare e capire qualcuno mentre parla può essere più difficile di quel che pensi. Come si diventa buoni ascoltatori? Chi sa ascoltare assorbe molte informazioni. Ma ci sono delle strategie per migliorare questa capacità? Specchio, specchio Se vedi due persone che parlando si imitano a vicenda, potrebbe trattarsi di una tecnica per capirsi meglio. La scienza la definisce “simulazione incarnata” (vedi “Immagina il processo di ascolto” a destra). Non sappiamo cosa passi per la testa degli altri, ma i pensieri e le sensazioni traspaiono nei comportamenti, nelle espressioni facciali e nel linguaggio del corpo, ecco perché se li mimiamo possiamo riuscire a comprendere meglio la persona che abbiamo davanti. Di solito lo facciamo in maniera inconscia, ma se hai difficoltà a cogliere le intenzioni di qualcuno prova a stimolare la tua comprensione intuitiva imitando con discrezione i suoi movimenti. Ascolto attivo Sono sempre di più gli psicologi che lo raccomandano. Se l’ascolto passivo consiste nel rimanere in silenzio, quello attivo prevede di entrare nella conversazione per renderla interessante. Prova le seguenti tecniche: ■ Mima i movimenti, sorridi, cerca il contatto visivo, sporgiti in avanti. Non giocherellare, potrebbe distrarre il tuo interlocutore: assumi invece una postura che faccia capire che sei attento. Ascolta con il corpo. ■ Dimostra all’altro che stai cercando di vedere le cose dalla sua prospettiva. Condividi il punto di vista. ■ Proprio come tu copi il linguaggio del corpo dell’interlocutore, lui lo fa con te. Quindi resta calmo e cordiale. Mantieni un atteggiamento composto. ■ Fai domande, ma non interrompere, ripeti o parafrasa parte di ciò che l’altro ha detto. Se non sei sicuro di cosa voglia dire, chiedi spiegazioni. Concentrati sulla persona che hai davanti. ■ Non anticipare ciò che dirà e non controbattere subito. Lascialo terminare prima di farti un’opinione. Sospendi il giudizio. ■ Se vedi che la persona è in difficoltà, mostrati rassicurante. Potrebbe aiutarla a fare un discorso più coerente. Annuisci. ■ Di’ frasi del tipo: “Quindi se ho capito bene, ciò che stai dicendo è…”. Questo gli fa capire che sei in difficoltà dandogli anche la possibilità di correggersi. Rispecchia il suo ragionamento. ■ a intervalli regolari ciò che è stato detto. Così facendo dimostri interesse, mentre l’altro può ripetere un passaggio che ti sei perso. Riassumi Approfitta di ogni occasione sociale per affinare le tue tecniche di ascolto e presta attenzione a come cambiano i tuoi rapporti. Metti alla prova la memoria e diventa un buon ascoltatore. Ricorda che chi sa ascoltare facilita anche gli altri nella conversazione. IMMAGINA IL PROCESSO DI ASCOLTO Gli psicologi americani Graham Bodie. Debra Worthington e Lynn Cooper, insieme alla psicologa tedesca Margarete Imhof, hanno ideato una teoria a tutto tondo su come gestire le conversazioni. Lo schema sottostante mostra come funziona l’interazione. Maggiore è la cura che riponiamo nella fase del processo, cioè quando apportiamo il nostro contributo, migliori saranno i frutti della discussione. PREREQUISITI L’ascoltatore Qualità personali come la conoscenza specifica di un tema, la capacità mnemonica, l’intelligenza e l’apertura Il contesto Lo scopo della conversazione, le dinamiche di potere e la cultura, i tratti caratteristici di chi parla PROCESSO Influenze Il modo di porsi, il comportamento, le capacità di conversazione, gli atteggiamenti mentali assunti quando ascoltiamo EFFETTO Risultati Capire e conoscere, stringere un rapporto, suscitare empatia e motivare ASCOLTO ATTIVO: COSA SÌ E COSA NO Ascoltare attivamente vuol dire creare uno spazio aperto al dialogo. Ecco alcuni consigli: Domande vagamente accusatorie: “Perché l’hai fatto?”. No: “Ti va di raccontarmi cosa è successo?” Sì: Insistere per conoscere informazioni personali. No: “Sono qui se hai voglia di parlarne.” Sì: Fare congetture: “Ti capisco”. No: “Questo come ti fa sentire?” Sì: Dare consigli non richiesti: “Dovresti mollare”. No: “Vuoi fare un brainstorming insieme?” Sì: Fare affermazioni paternalistiche come: “Poverino!”. Non ha niente a che fare con l’empatia. No: “Non deve essere facile. Come la stai gestendo?” Sì: Essere sgarbato o poco cortese. No: “Se posso permettermi di…”, “Perdonami se…” Sì: