Da quando Freud ha definito il bisogno di accumulare ricchezze segno di una personalità anale ritentiva, gli psicologi non hanno più smesso di
studiare il rapporto degli uomini con i soldi. Ma come facciamo ad avere una visione equilibrata al riguardo?
Che vuol dire?
Cosa sono i soldi? Una fonte di stress, di corruzione morale o il simbolo del successo? Negli anni novanta lo psicologo taiwanese Thomas Li-Ping Tang
ha ideato la Money Ethic Scale (MES o scala etica del denaro), in base alla quale è possibile valutare il tuo rapporto con i soldi. Secondo le
ricerche di Tang, chi dà molto peso agli aspetti economici gode di un senso di appagamento minore nei confronti della vita. Da ciò si deduce che
trattare il denaro per quello che è, ovvero una questione pratica e non l’unità di misura del valore intrinseco di una persona, ti rende più felice.
Inoltre dargli importanza non significa per forza essere più ricchi. Lasciare i soldi in secondo piano, quindi, non ti renderà di certo più
povero!
A che ti serve?
Qual è per te lo scopo principale del denaro? Usa la scala ideata dagli psicologi Kent Yamauchi e Donald Templer insieme al relativo questionario per
rispondere (vedi “Scopri cosa sono i soldi per te” a destra). Secondo i due studiosi, il nostro rapporto con i soldi si può misurare in base a questi
tre fattori:
1 Potere e prestigio. Usare i soldi per ottenere potere e/o fare colpo
sugli altri.
2 Sicurezza. Usare i soldi per proteggerci da qualunque tipo di paura o
mancanza.
3 Risparmio. Metterli da parte per il solo gusto di farlo, al punto che
l’eccesso di parsimonia può diventare patologico.
Il secondo e terzo fattore possono talvolta sovrapporsi.
Entrambi, per esempio, si manifestano nel bisogno di “non sprecare tempo”, preparandosi ad affrontare momenti più duri; e nella mancanza di fiducia
negli altri, come il timore di essere traditi o sfruttati.