Tutti commettiamo errori, perfino più spesso di quanto pensiamo. Allora perché quando qualcosa va storto siamo colti alla sprovvista?
Ciechi davanti agli errori
Kathryn Schulz, autrice di L’arte di sbagliare. Avventure al margine dell’errore, si è domandata a lungo perché siamo sempre portati a
credere di avere ragione. Sin da piccoli, infatti, impariamo che chi va male a un compito in classe non ha studiato, non è abbastanza intelligente
oppure è un fannullone. Insomma, tutto ciò che nessuno vorrebbe essere.
Schulz fa notare che, sebbene scoprire di essersi sbagliati faccia stare male, finché non ce ne rendiamo conto
ci sentiamo proprio come se avessimo ragione. Ciò accade perché di solito non sappiamo di essere nel torto fino al momento in cui
non lo scopriamo. A volte siamo così concentrati che ci sfuggono le cose più ovvie (vedi “Test di attenzione selettiva” qui accanto). Ecco cosa
significa essere ciechi davanti agli errori.
Per avere successo ed essere felici, liberati dal pregiudizio che solo i fannulloni commettano sbagli. Capita anche a noi, solo che non ce ne
accorgiamo o gli altri sono così gentili da non farcelo notare. Non è certo la fine del mondo. Come dice Schulz, ricordarci di non essere infallibili
è un bene: l’imperfezione è una grande fonte di creatività.