Desiderare la felicità è umano, ma come si fa a conquistarla?
Quali tattiche possiamo usare per sentirci appagati e felici raggiungendo i nostri obiettivi?
Cose o esperienze?
A differenza di quanto potremmo pensare, data l’importanza che la nostra società dà ai beni materiali, “possedere tante cose” non ci rende più felici
(nonostante il piacere che proviamo quando le acquistiamo). Come rileva uno studio ventennale condotto dallo psicologo Thomas D. Gilovich della
Cornell University, gli oggetti hanno effetti collaterali:
■ Ci stufiamo subito. Svanita la novità, siamo sempre quelli di prima: stessi sentimenti, bisogni e preoccupazioni.
■ Ridimensioniamo. La macchina nuova è fantastica rispetto a quella vecchia, ma ciò non toglie che continueremo a confrontarla con i
modelli successivi.
■ Facciamo paragoni con gli altri. L’erba del vicino è sempre più verde. Questo fenomeno si chiama “adattamento”: quando le
condizioni cambiano, ci adeguiamo. Le esperienze significative, invece, non perdono attrattiva, poiché:
■ Non facciamo confronti. A differenza dei beni materiali, mettere a paragone le esperienze è piuttosto inutile, ragion per cui il
loro valore ha un impatto prolungato sulla nostra felicità.
■ Formano l’identità, sia per come ci vediamo noi sia per come ci vedono gli altri.
■ L’attesa ci entusiasma. Aspettare di acquistare un bene ci rende impazienti, ma ci elettrizza pensare di fare una vacanza o una
gita.
Investire gli sforzi in esperienze piuttosto che in oggetti influisce sulla felicità a breve e a lungo termine, nonché sulla nostra percezione del
successo.