A volte è più facile concentrarsi sui risultati valutabili dall’esterno: le qualifiche, i contatti, le cose di cui andiamo fieri. Gestirli con
abilità, però, significa comprendere noi stessi e i sentimenti di chi ci sta intorno.
Insight emozionale
Da quando è stato coniato negli anni ’90, il concetto di “intelligenza emotiva” ha riscosso sempre più consensi.
Lo psicologo Daniel Goleman definisce l’intelligenza emotiva come la capacità di:
■ Tenere sotto controllo i sentimenti propri e altrui.
■ Riconoscerli distintamente.
■ Usare queste informazioni per orientare pensieri e azioni.
Ciò significa che dobbiamo entrare in sintonia con i sentimenti e la parte emotiva delle interazioni che intratteniamo ed esprimere giudizi a partire
da quelli.
Ad alcune persone viene più facile, ma la buona notizia è che l’intelligenza emotiva si impara.
Migliora l’efficacia
Sviluppare l’intelligenza emotiva ti rende molto appetibile agli occhi dei datori di lavoro.
L’insegnante ed esperto in Psicologia positiva Ronen Habib riferisce che le competenze più richieste dai massimi dirigenti delle Risorse Umane di
aziende come Google e Facebook sono: la capacità di cooperazione, la creatività, la conoscenza base della materia, la tenacia di fronte alle
difficoltà e la gestione del tempo.
Tutte qualità difficili da trovare, giacché non si studiano a scuola e dobbiamo impararle da soli. Se le possiedi significa che sei già un passo
avanti.
Lavorare in gruppo, per esempio, richiede un’intelligenza emotiva molto sviluppata.