Venaria Reale, come il nome stesso dice chiaramente, nasce quale residenza di caccia per volere di Carlo Emanuele II. Il primo progetto del Castellamonte è del 1659 e prevede la Reggia dedicata a Diana, dea della caccia, un grande giardino adorno di grotte e fontane e una peschiera lunga quasi 500 metri. Non si tratta però soltanto di un palazzo, ma di un intero bellissimo borgo nato in funzione della reggia. Tutto questo fu costruito in poco più di tre anni ed è documentato con belle illustrazioni dal libro pubblicato dallo stesso Amedeo di Castellamonte nel 1679.
Parzialmente danneggiata dai Francesi, Venaria viene riprogettata in forma più grandiosa dal Garove all’inizio del nuovo secolo e poi da Filippo Juvarra che completa la grande Galleria di Diana e realizza la Cappella di Sant’Uberto, la Scuderia grande e la Citroniera. Benedetto Alfieri aggiunge un torrione, un galoppatoio nuove scuderie e gallerie di collegamento.
Con Vittorio Amedeo II riprende la vita con le battute di caccia e le feste e Venaria diventa la residenza preferita della Corte.
Il giardino subisce nel corso del tempo varie trasformazioni e diventa il più grande parco alla francese del Piemonte: pare che il suo perimetro misurasse trenta chilometri. Nella seconda metà del Settecento Venaria incomincia a essere trascurata e le viene preferita la Palazzina di Stupinigi.
Con il periodo di Napoleone, che ne fa una sede militare, inizia la decadenza e l’abbandono di Venaria. La Mandria invece si salva e sarà la residenza preferita di Vittorio Emanuele II. Oggi è in atto un grande intervento di recupero di tutto il complesso della Venaria e della Mandria.