Costruita su terreni che dal 1573 l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro possedeva a Stupinigi, la Palazzina di Caccia fu voluta da Vittorio Amedeo II, Gran Maestro dell’Ordine, che la commissionò nel 1729 a Filippo Juvarra.
Questi fornì un progetto completo comprendente le strutture architettoniche, la decorazione interna, i mobili, il soggetto dei dipinti, il giardino alla francese davanti alla palazzina e il parco paesaggio dietro di essa. Lungo l’ultima parte del viale di accesso - una lunga via diritta e alberata che la unisce a Palazzo Reale - sono allineati dei cascinali in cotto, collegati in forma di emiciclo alle scuderie che precedono la palazzina nella parte verso la città.
I lavori procedettero celermente e in soli due anni e mezzo era praticamente completata la parte centrale, con il salone delle feste e i due appartamenti del Re e della Regina.
Quando l’architetto lasciò Torino per la Spagna nel 1735 i lavori continuarono per alcuni anni sotto la direzione del Prunotto che realizzò il progetto juvarriano. Per questo Stupinigi rappresenta uno dei pochi esempi di unicum per quanto riguarda lo stile: tutto infatti è in stile rococò, con qualche influenza neoclassica nell’ultima parte.
Stupinigi conserva il nome originario di Palazzina di Caccia, ma si tratta in realtà di una grande residenza estiva, che fu luogo delle grandi feste di corte.
Dopo essere appartenuta a vari proprietari la Palazzina è dal 1926 proprietà dell’Ordine Mauriziano e ospita il Museo d’Arte e Ammobiliamento.