18. PATOLOGIA UROLOGICA 
ED ANDROLOGICA

EMANUELE ITRI • GIOVANNI CORDIMA • VINCENZO INNEO • CHIARA GUERRER • YASSER HUSSEIN • EMANUELE MONTANARI

Introduzione

La letteratura scientifica internazionale analizzata per la stesura di questo capitolo ha dimostrato un lieve aumento di incidenza solo di alcune patologie congenite nella popolazione in esame rispetto alla popolazione generale.

Per quanto riguarda le affezioni urologiche della terza età (ipertrofia prostatica benigna e tumore della prostata), data la durata media della vita dei soggetti Down, inferiore rispetto a quella della popolazione generale, non sono pubblicate casistiche evidenzianti la reale incidenza di tali patologie. Con il continuo prolungarsi dell’aspettativa di vita dei pazienti Down è verosimile attendere un progressivo aumento dell’incidenza anche delle patologie urologiche della terza età.

Il capitolo considera le patologie di interesse urologico per organo.

Patologia del tratto urinario superiore 

rene

Anomalie congenite a carico del rene sono state analizzate per la prima volta in uno studio clinico (1) nel 1960 quando furono osservati 4 casi di agenesia/ipoplasia renale ed 1 caso di rene a ferro di cavallo su una popolazione di 141 soggetti (0.71%) affetti da sindrome di Down (SD). Studi più recenti hanno evidenziato una maggiore incidenza di ipoplasia renale (21,4%) (2).

Agenesia

L’agenesia renale può essere associata ad assenza completa o parziale dell’uretere, mentre il surrene è di norma presente. Il rene controlaterale è in ipertrofia compensatoria.

Questa patologia è asintomatica, pertanto la sua diagnosi avviene spesso incidentalmente nella popolazione generale. Nei soggetti Down, vista l’elevata incidenza di comorbidità, è indicata l’esecuzione dello screening in epoca neonatale mediante l’esame ecografico dell’addome completo.

Data la benignità dell’anomalia numerica non è necessaria alcuna terapia. Resta comunque utile porre diagnosi di monorene sia in relazione al controllo periodico della funzionalità renale (possibile comorbidità con patologie glomerulari), sia per la programmazione di eventuale terapie chirurgiche da effettuare a carico del rene unico.

Ipoplasia

Il ridotto sviluppo del parenchima renale può essere sia monolaterale che bilaterale. La forma di ipoplasia di maggiore rilevanza epidemiologica è quella monolaterale in cui il rene si sviluppa per circa V4 delle dimensioni normali. Dal punto di vista eziologico, tale nefropatia è conseguente all’ischemia dell’organo da insufficiente o alterato sviluppo del peduncolo vascolare. Nella popolazione generale l’incidenza dell’ipoplasia renale è stata valutata di circa il 2,5% (3).

La malformazione è per lo più silente con diagnosi incidentale come per l’agenesia renale. Talvolta tuttavia il rene ipoplasico si manifesta con sintomatologia dolorosa, infezioni urinarie ricorrenti, albuminuria o ipertensione arteriosa. Il sospetto diagnostico può essere posto mediante esame ecografico. L’esame di secondo livello è rappresentato dall’imaging con mezzo di contrasto (urografia, TAC) grazie al quale si può dimostrare la rarefazione numerica dei calici, l’assottigliamento del parenchima talvolta l’ipertrofia compensatoria del rene controlaterale. Nel caso di comparsa di sintomatologia dolorosa (pielonefriti ricorrenti) o ipertensione arteriosa grave, la terapia chirurgica indicata è la nefrectomia.

La prognosi è ottima con mantenimento della funzionalità renale nella norma.

Rene a ferro di cavallo

Il rene a ferro di cavallo è una malformazione renale che consiste nell’unione dei due parenchimi renali mediante un cordone fibroso a livello dei poli renali inferiori. solitamente entrambi i reni sono ruotati di circa 45° sui tre assi.

Tale anomalia è asintomatica in circa un terzo dei casi (4) e costituisce un reperto occasionale, salvo i casi in cui è possibile palpare una massa addominale sulla linea mediana (5). Può talvolta causare una sindrome caratterizzata da dolori periombelicali, epigastrici o turbe digestive.

L’incidenza nella popolazione generale del rene a ferro di cavallo è di circa lo 0,25% (6) con un rapporto tra maschi e femmine di circa 1:2.

Considerata l’aumentata incidenza della malformazione e malrotazione descritta nella popolazione Down è indicato uno screening diagnostico neonatale mirato.

L’esame di primo livello indicato per tale scopo è l’ecografia dell’apparato urinario. Anche l’indagine ecografica prenatale può rilevare i segni della presenza del rene a ferro di cavallo prima della nascita (6-8).

Qualora questo esame risultasse alterato si consiglia di proseguire l’iter diagnostico mediante una urografia, al fine di evidenziare con maggiore precisione le alterazioni morfologiche ricercate.

Rispetto ai reni normali il rene a ferro di cavallo ha una maggiore predisposizione allo sviluppo di patologie, in particolare calcolosi renale, idronefrosi ed infezioni (9).

La malformazione presenta un’ associazione con la stenosi del giunto pielo-ureterale. Dal 15 al 33% dei reni a ferro di cavallo mostrano infatti concomitante stenosi del giunto pieloureterale (4). Ciò è verosimilmente dovuto sia al decorso degli ureteri che incrociano anteriormente l’istmo di congiunzione dei due emireni, sia all’inserzione alta dell’uretere nella pelvi renale, sia ad eventuali alterazioni della vascolarizzazione renale, assai frequenti in questa patologia.

Il rene a ferro di cavallo presenta un aumentata probabilità di sviluppare patologie tumorali. Il tumore di Wilms si presenta con un’incidenza relativa di circa 2 volte maggiore rispetto alla popolazione generale (9). Il carcinoide renale ha un rischio relativo di circa 62 volte maggiore nel rene a ferro di cavallo rispetto al rene normale (10).