Items |
Down |
Normale |
Seduto con appoggio tiene la testa eretta |
5 |
3 |
Rotolamento |
8 |
5 |
Movimento carponi |
16 |
6 |
Seduto da solo senza appoggio per poco tempo |
9 |
7 |
In piedi appoggiato ad un sostegno |
15 |
8 |
In piedi da solo e senza appoggio |
18 |
11 |
Cammina da solo senza aiuto |
20 |
12 |
Sale le scale da solo |
36 |
21 |
Scende le scale da solo |
42 |
27 |
Tab. 1 Età media (in mesi) alla quale i bambini sviluppano le diverse abilità motorie.
Ancor più interessante è la valutazione del ritardo se prendiamo in esame items di tipo motorio che contengono elementi cognitivi o metacognitivi come quelli riportati in tabella 2 (2).
Analizzando il ritardo di performance tra il bambino normale e quello Down, è facilmente riscontrabile, come momento critico dello sviluppo, la difficoltà nel ragionamento astratto. Gli studi di neuroscienze hanno dimostrato la stretta correlazione tra gli ambiti di sviluppo (cognitivo, motorio e percettivo): quindi ogni compito motorio ha in se anche un compito cognitivo.
Per questo motivo, anche se le strutture efferenti sono intatte e funzionanti sia dal punto di vista neuromotorio, neuromuscolare che percettivo, i compiti motori vengono elaborati con un ritardo di sviluppo perché intrinsecamente e filogeneticamente legati ad un contenuto di tipo cognitivo.
Corollario di tale assunto è la qualità dell’iter riabilitativo che, anche se di natura motoria, deve sempre contenere un compito ideativo e cognitivo per rispondere agli obiettivi prefissati.
La difficoltà dell’elaborazione del pensiero astratto crea schemi motori non sufficientemente complessi da interagire in modo autonomo con l’ambiente.
Se analizziamo, in ambito motorio, la performance più complessa del genere umano, cioè il cammino (o deambulazione autonoma), vediamo che nel bambino affetto da SD e nei soggetti con ritardo mentale è presente un considerevole ritardo nello sviluppo (2).
Senza dubbio, l’ipotonia generalizzata presente nella SD è uno dei fattori alla base del ritardo dello sviluppo del cammino, ma non è il solo: gli elementi cognitivi e motivazionali presenti nella deambulazione autonoma, “il che farsene del cammino“ hanno altrettanta importanza.
Il compito cognitivo nella funzione della deambulazione, rispetto al quale il bambino affetto da SD non è adeguato e, quindi, presenta un ritardo di sviluppo, è essenzialmente quello di poter mantenere contemporaneamente sotto controllo molte fonti informative provenienti dall’ambiente e dalla sua sensorialità propriocettiva per coordinarle e finalizzarle per il raggiungimento uno specifico scopo.
Items |
Down |
Normale |
Afferra un oggetto con apertura della mano per anticipare il contatto con l'oggetto stesso |
10 |
5 |
Ritrova un oggetto parzialmente nascosto |
11 |
6 |
Lascia un oggetto viene prima di prenderne un altro |
10 |
7 |
Segue la traiettoria di un oggetto quando cade fuori dalla sua vista |
11 |
7 |
Scuote e lascia andare un oggetto |
14 |
7 |
Tira il supporto per ottenere l' oggetto |
15 |
8 |
Trova un oggetto nascosto sotto qualche cosa |
16 |
8 |
Tocca un oggetto o le mani dell'adulto e aspetta |
18 |
10 |
Fa cadere gli oggetti in un contenitore |
18 |
10 |
Ottiene l'oggetto tirando la cordicella |
20 |
11 |
Compie azioni con intenzionalità sociale |
20 |
11 |
Trova un oggetto dopo uno spostamento invisibile |
23 |
11 |
Mette gli oggetti in un contenitore e lo rovescia per farli uscire |
29 |
14 |
Costruisce una torre di due cubi |
28 |
14 |
Dà o mostra qualche cosa |
26 |
15 |
Restituisce l'oggetto per farlo funzionare o cerca di farlo funzionare da solo dopo che gli è stato fatto vedere come si fa |
28 |
18 |
Riconosce l'assenza di persone famigliari |
29 |
18 |
Nomina gli oggetti e le persone |
30 |
19 |
Tenta di infilare l'anello senza buco e poi lo evita |
27 |
19 |
Tenta di attivare un oggetto prima che gli sia mostra come si fa |
31 |
21 |
Trova l'oggetto a seguito di più spostamenti invisibili |
29 |
23 |
Gioco simbolico |
30 |
24 |
Mette da parte l'anello senza buco senza tentare di infilarlo |
32 |
24 |
Tab. 2 Età media (in mesi) alla quale i bambini sviluppano le diverse abilità motorie contenenti elementi cognitivi o metacognitivi (2).
Questo ritardo è certamente legato all’impairment cognitivo presente nei bambini affetti da SD che si manifesta in un ritardo globale del primo sviluppo lessicale.
La carenza si verifica soprattutto nell’area della produzione, mentre in quella della comprensione il ritardo è di minore entità: la comprensione è positivamente correlata con la produzione di gesti che permettono una sorta di soddisfacente comunicazione, a volte anche con contenuti astratti.
Il ritardo linguistico, soprattutto quello a carico della produzione, non va legato necessariamente a carenze nei contenuti ideativi e di simbolizzazione dei bambini Down, ma potrebbe essere a carico di disturbi della memoria e della riproduzione fonetica. La memoria a breve termine, infatti, è implicata nella costruzione di enunciati ed il divario tra il vocabolario recettivo e quello espressivo può essere a carico della selezione e del recupero di informazioni dal contenuto mnemonico.
Il deficit di memoria può anche essere la causa della povertà del vocabolario, dell’inversione o omissione di sillabe all’interno delle parole, di alterazioni nella struttura delle frasi.
Sul piano strettamente funzionale possono essere presenti disturbi della prosodia, dell’intonazione, delle pause tra fonemi, dell’eloquio.
Il ritardo del linguaggio può avere anche concause di origine neuromotoria: ritardo nell’evoluzione degli stadi fonetici, immaturità dell’apparato fonatorio (respirazione durante la parola, scarsa motricità laringea e faringea, del velo palatino, linguale, mascellare e labiale).
Un ritardo nello sviluppo del linguaggio nel bambino Down può spesso essere anche a carico della problematica psicologica, non necessariamente di grave natura, ma in grado di generare un insufficiente desiderio di comunicare o una frustrazione di ritorno di fronte alla difficoltà di farsi capire.
Il senso di frustrazione è anche uno delle più importanti cause di ritardo cognitivo in genere nei bambini Down.
Spesso sembra impossibile poter costruire un processo di apprendimento proprio perché il bambino si sente non abbastanza forte, gli sembra di non procedere come gli altri nella comprensione del mondo, teme le continue cadute di performance, sente che le aspettative nei suoi confronti sono basse e quindi non si sfida mai per poter riuscire.
Nello sviluppo del bambino Down spesso si manifestano sintomi di ordine psicologico che non sono strettamente legati alla cognitività: essi possono essere connessi al controllo dell’intensità emozionale, all’ansia, alla incapacità di affrontare situazioni difficili, allo scarso bilanciamento verso le attitudini sociali (troppo introversi o troppo estroversi), ad una condizione di facile stress rispetto alle richieste dell’ambiente, a disarmonie di comportamento a casa e/o a scuola.
Tutto ciò rappresenta un sistema di forti fattori di rischio che possono condurre, se non individuati e affrontati precocemente, ad uno sviluppo psicologico, affettivo e relazionale scarsamente modulato all’ambiente, quando non addirittura gravemente patologico, che porta il bambino a costruirsi una rappresentazione della realtà costantemente dominata dal senso di fallimento (4).
Questi sintomi, che non sono di natura cognitiva, riverberano sul funzionamento cognitivo, rendendo deboli gli strumenti del ragionamento che si manifestano non sufficienti per affrontare le sfide dell’ambiente.