Gli interventi riabilitativi rivolti ai soggetti sindromici si protraggono inevitabilmente per un periodo molto lungo e spesso, come conseguenza, tra
il terapista, il paziente e la famiglia si creano particolari condizioni che non permettono il distacco emotivo necessario per continuare ad
apprezzare i miglioramenti, a volte minimi, e immaginare ancora possibilità di sviluppo e cambiamento.
Nell’ultimo decennio il metodo Feurestein1, uno dei più conosciuti strumenti di educazione e riabilitazione cognitiva, si è affermato come proposta concreta, se praticata in ambito clinico e non solo pedagogico, per stimolare il rilancio cognitivo realizzabile anche nel soggetto con Sindrome di Down (SD).